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Cani guida, miracolo d’amore ad Ambrogio

Stefania Andreotti
Cani guida, miracolo d’amore ad Ambrogio

La copparese Paola racconta questo rapporto nel libro “Un angelo a quattro zampe”: «Con Gaia ci siamo trovate subito, mi ha portata dal medico e anche salvato la vita»

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Ambrogio Una persona non vedente e un cane guida sono entrambi allenati a espandere le percezioni, restare sempre in connessione, sviluppare canali alternativi di comunicazione, per superare gli ostacoli, sia visibili, sia invisibili. Non sorprende dunque che l’amore di Paola Pocaterra per la sua Gaia, la golden retriever che l’ha accompagnata per 13 anni, sia tale da averle dedicato un libro, “Un angelo a quattro zampe” (Anima Edizioni), in cui racconta quotidianità e avventure di una convivenza che da necessaria è diventata elettiva.

Originaria di Ambrogio, Paola è sempre stata brillante e intraprendente, questo l’ha portata a studiare Fisioterapia all’Università di Firenze, poi un master in Attività e terapie assistite dal cane presso l’Università di Pisa, e il trasferimento a Trento per lavorare nella sanità pubblica. A un certo punto, nella sua vita di giovane adulta, si è reso necessario un supporto che le garantisse autonomia negli spostamenti, per questo si è rivolta alle strutture che addestrano cani guida. In Italia ce ne sono solo cinque abilitate: a Limbiate, Messina, Padova, Roma e Scandicci. Le richieste sono tante e le attese lunghe. Il training inizia dopo il primo anno di vita e da lì può durare fino ad un anno, a seconda delle capacità dell’animale, prevalentemente di razza golden, labrador, pastore tedesco o belga, perché per la delicatezza del ruolo che ricoprono ci vuole stazza. In base alle caratteristiche si valutano gli abbinamenti, c’è un primo momento di affiancamento di due settimane, poi il cane viene assegnato.

Amore a prima vista

«La mia prima cagnolina è stata Kika, una labrador, ma non è stata un’esperienza positiva. Purtroppo, non siamo riuscite a trovare il giusto equilibrio. Ci abbiamo provato, però alla fine abbiamo preferito desistere, per il bene di entrambe», ci racconta Paola. Come con le persone, non sempre funziona. Poi è arrivata Gaia, un colpo di fulmine. «Ricordo ancora il nostro primo incontro alla stazione di Milano. L’addestratore mi è venuto a prendere con lei, che si girava sempre verso di me e quando siamo arrivate all’auto, mi ha leccato la mano. È stato subito amore. Da lì siamo rimaste sempre assieme, anche in montagna dove ha conosciuto la neve, e poi al mio rientro a Ferrara, dove ho deciso di tornare a vivere per aprire un mio studio di fisioterapia, massaggi e pratiche olistiche».

Da un punto di vista pratico, il cane guida è un aiuto negli spostamenti esterni. Viene addestrato a riconoscere le strisce pedonali, la destra e la sinistra, i semafori, i gradini, gli ostacoli, oltre ai comandi vocali. «Per certe cose basterebbe il bastone, ma attraversare la strada in due è più bello che farlo da soli. Il cane guida non è solo uno strumento per migliorare l’autonomia, ma un compagno di vita, il quale sente tutto attraverso la maniglia agganciata alla pettorina. Assimila ogni stretta, tremore e vibrazione, in una connessione ancora più forte. Questo ti responsabilizza molto, ti porta a fare un lavoro su di te. Se tu hai paura, non puoi sperare che il cane lavori bene, è un lavoro che si fa assieme, un dialogo».

Sebbene sia addestrato a obbedire ai comandi, è anche in grado di prendere iniziative, come quella volta che «mi ha salvato da una bici. Per me sono pericolose perché non fanno rumore, le senti a fatica, invece Gaia mi ha tirato indietro, evitandola all’ultimo momento. Un’altra volta mi ha saputo portare dal medico pur essendoci stata solo una volta. Cose che ai più possono sembrare banali, per noi sono straordinarie».

Nuova arrivata

Ora che Gaia non c’è più, accanto a Paola è arrivata Pesca, una golden fulva, «dolcissima e buffa, tanto quanto Gaia era saggia ed equilibrata. Ogni volta che mi sente triste, inizia a fare delle sceneggiate che mi fanno ridere, è vivace e scatenata, l’opposto, ma la sua leggerezza aiuta tanto». Dopo la presentazione del libro nella biblioteca comunale “Anne Frank” di Copparo nel settembre scorso e la partecipazione di ottobre alla mostra nella galleria civica “Alda Costa” - con raccolta fondi sotto forma di offerta libera in sostegno proprio alla scuola per cani guida acura del Lions Club -, il prossimo 3 dicembre è in programma un altro incontro per parlare del suo libro a Reggio Emilia. E c’è da immaginare che Paola non si fermerà qui, sempre con il suo cane guida accanto. E a tal proposito, ammonta a 1.850 euro l’ammontare delle offerte liberamente lasciate dai visitatori e che nei giorni scorsi nella sala consiliare della Residenza municipale di Copparo, sono stati consegnati nelle mani del presidente del Lions Club di Copparo, Marcello Chiozzi, alla presenza del sindaco Fabrizio Pagnoni, il quale ha espresso il proprio ringraziamento al sodalizio. Intanto, Paola ha proseguito la sua specializzazione con un corso da istruttrice di meditazione e uno di coaching, vuole comprare casa e ha grandi progetti per il futuro.