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Il caso

Ferrara, un impero immobiliare costruito con i soldi degli altri

Daniele Oppo
Ferrara, un impero immobiliare costruito con i soldi degli altri

Sequestrati dalla Guardia di finanza appartamenti e capannoni

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Ferrara Ventotto appartamenti. Cinque immobili tra box e depositi industriali di grandi dimensioni. Affittati in buona parte a connazionali residenti e operanti nella zona. Per tutti sono scattati i sigilli della Guardia di finanza, che hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo emesso dalla Procura di Ferrara. Due le persone iscritte nel registro degli indagati per autoriciclaggio e impiego di denaro da provenienza illecita. Si tratta di due persone provenienti dal Pakistan che negli anni si sono costruiti un piccolo impero immobiliare nell’Argentano. Ma lo avrebbero fatto utilizzando soldi non loro.

Ed è la storia che sta dietro alle loro disponibilità economiche, almeno secondo la ricostruzione operata finora dalle Fiamme gialle coordinate dalla sostituta procuratrice Isabella Cavallari, a marcare gli aspetti umanamente più sensibili della vicenda. Tutto nasce da un grave incidente stradale avvenuto nel 2018, nel quale aveva perso la vita un connazionale degli indagati. La famiglia della vittima, che era rimasta in Pakistan, aveva incaricato uno dei due uomini, considerato l’indagato principale, di occuparsi qui in Italia delle questioni legali, delegandolo anche per la riscossione del risarcimento da parte dell’assicurazione. Un risarcimento da mezzo milione di euro che però non è mari arrivato in Pakistan. L’uomo, ritengono finanzieri e Procura, anziché riversare l’ingente somma nelle mani dei parenti della vittima, l’avrebbe trattenuto per sé, decidendo di investirla nell’acquisto di molti immobili, costruendo così il suo piccolo impero, affittandoli poi a suoi connazionali residenti in provincia, e in particolare tra Argenta e Portomaggiore, dove la comunità pakistana è notoriamente molto grande e presente.

Gli accertamenti eseguiti dalle Fiamme gialle comacchiesi, finalizzati a rilevare le modalità di impiego delle somme sottratte agli eredi del defunto, hanno consentito di scoprire che, attraverso due società, sono stati acquistati numerosi beni immobili: 28 appartamenti, e cinque tra box e depositi industriali di rilevanti dimensioni che sarebbero stati utilizzati per finalità speculative, dato che buona parte di essi venivano affittati a connazionali presenti in quelle zone. Al termine delle indagini sono stati individuati e sottoposti a sequestro tutti i beni ritenuti collegati ai reati contestati. Un modalità d’azione, quella posta in essere dagli indagati, che per la Procura estense si traduce nei reati di autoriciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita, in particolare dall’appropriazione indebita dei soldi dell’assicurazione. «L’operazione portata a termine – affermano dal comando provinciale della Guardia di finanza – conferma il costante impegno posto in campo dalle fiamme gialle della provincia estense al fine di intercettare e reprimere ogni forma di inquinamento dell’economia legale e per salvaguardare imprese e cittadini onesti che, come nel caso scoperto, sono vittime di gravi reati». 

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