La Nuova Ferrara

Ferrara

L’atto vandalico

Barca rubata e reti tagliate nelle Valli di Comacchio, i sospetti cadono su giovanissimi

Katia Romagnoli
Barca rubata e reti tagliate nelle Valli di Comacchio, i sospetti cadono su giovanissimi

La condanna dell’assessora regionale dopo l’atto vandalico a Stazione Foce: «Uno schiaffo all’impegno che il personale dedica alla salvaguardia dell’ecosistema del Delta del Po»

3 MINUTI DI LETTURA





Comacchio Rubata una barca e tagliate reti a Stazione Foce. Sta suscitando indignazione, in laguna, un inqualificabile atto vandalico ai danni di attrezzature impiegate dagli operatori del Parco del Delta del Po, episodio accompagnato dal furto di un’imbarcazione di proprietà dello stesso ente regionale. Secondo le prime informazioni raccolte, nella notte tra giovedì 4 e venerdì 5 dicembre, ignoti si sono introdotti nell’area, tagliando due sacchi di reti e appropriandosi anche di una piccola imbarcazione.

I sospetti

Un gesto grave, che appare lontano dalle modalità dei bracconieri e che, per dinamica e tempistica, somiglia più a una bravata notturna che non ad un furto mirato. È risaputo che nei periodi di luna piena non è consigliabile avventurarsi nella pesca, tra gli specchi d’acqua vallivi. Con il chiarore notturno, le anguille non si muovono. Chi avesse voluto davvero rubare pesce o attrezzature pregiate avrebbe atteso ben altri momenti. I bracconieri esperti agiscono solitamente in condizioni di maltempo con il buio pesto, quando le anguille, che a fine novembre iniziano ad avvicinarsi dopo il lungo viaggio dal Mar dei Sargassi, possono essere meglio intercettate, uscendo dai fondali fangosi, alla ricerca di cibo. A breve distanza dal punto in cui sono stati compiuti gli atti vandalici, durante la cosiddetta stasòn da pàs (stagione del pesce-della pesca), sarebbe stato possibile sottrarre quintali di anguille, concentrandosi in particolare sulle bolaghe ricolme di esemplari. Un ladro intenzionato al bottino non avrebbe certo perso tempo a tagliare le reti, ma avrebbe cercato il pescato. L’assenza di condizioni favorevoli alla pesca, porta a ipotizzare un’azione di giovanissimi, il cui unico risultato o scopo è stato arrecare un danno al Parco e al lavoro di monitoraggio della fauna ittica, che quotidianamente si svolge nel Parco.

La condanna

Sull’episodio è intervenuta anche l’assessora regionale ai parchi e forestazione, tutela e valorizzazione della biodiversità, Gessica Allegni, che ha diffuso una nota di forte condanna. «Esprimo massima vicinanza ad Aida Morelli e a tutte e tutti i suoi collaboratori per il nuovo ignobile atto vandalico subito all’attrezzatura da pesca utilizzata per il monitoraggio della fauna ittica nel perimetro del Parco del Delta del Po e che era stata ripristinata dopo una serie di furti avvenuta la scorsa primavera». Allegni sottolinea come si tratti di «un ennesimo gesto censurabile, che rappresenta non solo un danno materiale per l’Ente stesso, ma anche uno spregio all’impegno che il personale dedica alla salvaguardia dell’ecosistema del Delta del Po e della sua biodiversità». L’assessora ricorda inoltre il ruolo fondamentale del Parco nella tutela delle anguille comacchiesi, presidio Slow Food e patrimonio identitario del territorio. «Il Parco rappresenta un luogo fondamentale per la difesa della biodiversità e delle tradizioni locali: attaccarlo significa colpire l’intera comunità». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA