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Lupo investito a Poggio Renatico. Polemica sul declassamento

Annarita Bova
Lupo investito a Poggio Renatico. Polemica sul declassamento

L’incidente con l’animale di grandi dimensioni è avvenuto lungo via Imperiale. Il tutto si è verificato il giorno dopo il voto alla Camera sulle sorti della specie

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Poggio Renatico «È sbucato all’improvviso e l’ho preso sotto. Non sono riuscito a evitarlo...mi dispiace, moltissimo». Ha la voce preoccupata e incredula la cittadina di Gallo che ha investito un lupo di grandi dimensioni lungo la via Imperiale, a metà fra i territori di Poggio e Ferrara. L’incidente il giorno dopo quello in cui con 130 voti favorevoli, 85 contrari e 12 astenuti, l’aula della Camera ha approvato in prima lettura la legge di delegazione europea nella quale c’è anche il declassamento dello status di protezione del lupo, che passerebbe da «rigorosamente protetto» a «protetto», così come già deciso a livello comunitario. La perdita dell’avverbio nella definizione si tradurrà di fatto in una maggiore possibilità di intervenire con piani di contenimento qualora venga ritenuto necessario agire sul numero delle popolazioni o su singoli individui problematici. Una volta ottenuto il via libera da entrambe le Camere, il governo potrà emanare i decreti legislativi che attuano il provvedimento votato a livello UE.

«Stavo viaggiando sulla mia Panda e c’era con me mio figlio – spiega il poggese -. Il lupo è saltato fuori all’improvviso. Noi non ci siamo fatti niente, ci siamo avvicinati ed era praticamente già morto». L’esemplare è stato recuperato dalle Guardie ecozoofile e sul posto sono arrivati anche i carabinieri.

Nonostante i numerosi appelli della società civile e di centinaia di migliaia di cittadini in tutta Europa, i 50 Stati “parti” della Convenzione sulla conservazione della fauna selvatica e dell’ambiente naturale in Europa (c.d. Convenzione di Berna) hanno dato il via libera al declassamento dello status di protezione del lupo, spostando la specie dall’allegato II (specie di fauna rigorosamente protette) all’allegato III (specie di fauna protette) della medesima Convenzione, aprendo di fatto la strada ad una revisione del regime dell’Unione europea in materia di conservazione della natura.

Tradotto in parole povere: l’abbattimento dei lupi sarà molto più facile? Non è esattamente così. Tante le perplessità sollevate da chi in questi mesi ha seguito l’iter di declassamento. In prima linea in Italia c’è “Io non ho paura del lupo”, tra le maggiori organizzazioni di studio e tutela della fauna selvatica in Italia che recentemente ha diffuso un report sulla mortalità del lupo nel nostro Paese. Il presidente Daniele Ecotti torna a ribadire un aspetto già emerso proprio nel report della sua organizzazione: «Manca un Piano nazionale di conservazione e gestione del lupo, il monitoraggio nazionale è vecchio di cinque anni, e i dati sulla mortalità risultano incompleti, frammentati e raccolti in modo eterogeneo tra le regioni. Nonostante ciò, si propone di modificare lo status di protezione senza una base informativa adeguata, in contrasto con la posizione della maggior parte della comunità scientifica. Questo processo politico viene portato avanti, mentre il Paese evidenzia gravi carenze nella conoscenza e gestione della specie».

Il risultato in pratica sembra essere un declassamento pasticciato che si propone di cavalcare l’onda mediatica senza proporre reali soluzioni. Anche qualora lo status venisse modificato, il lupo rimarrebbe comunque una specie protetta, e lo Stato continuerebbe ad avere l’obbligo di garantirne uno stato di conservazione soddisfacente, come previsto dalla normativa europea. Vale la pena ricordare che già oggi, con l’attuale quadro legislativo, è possibile intervenire in modo mirato sui casi davvero critici, peraltro rari e circoscritti. Insomma, nessuna emergenza sul nostro territorio tale da far anche solo pensare alla necessità di interventi.

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