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Allarme erosione costiera ai Lidi: si perdono fino a 10 metri all’anno

Katia Romagnoli
Allarme erosione costiera ai Lidi: si perdono fino a 10 metri all’anno

Balneari preoccupati. Sopralluogo dell’Agenzia regionale di sicurezza

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Lidi Sì ad opere strutturali di difesa costiera a lungo raggio, no ad interventi di somma urgenza capaci solo di tamponare situazioni emergenziali, in caso di mareggiate, ma con effetti di breve durata. È quanto richiedono a viva voce gli operatori balneari dei sette lidi, dopo le pesanti ripercussioni registrate negli ultimi tempi a causa dell’erosione costiera. Secondo le più recenti stime, si parla di una perdita annuale di 5-10 metri di spiaggia, nelle zone più critiche del litorale, con particolare riferimento ad alcuni tratti del Lido Volano e del Lido Spina. «L’effetto della subsidenza – spiega Luca Callegarini, presidente della cooperativa degli stabilimenti balneari del Lido Volano-, ha subito un’accelerazione negli ultimi anni. Per ogni centimetro di abbassamento della costa, il mare avanza di 10 metri. Siamo in condizioni di estrema criticità e gli interventi di messa in sicurezza, che si stanno portando avanti, si caratterizzano per la scarsità del materiale sabbioso, perché non si riesce a scavare e a portare la sabbia dove effettivamente vi è necessità».

È allarme

I sedimenti scavati alla foce del Po di Volano risultano insufficienti per erigere le due di protezione, in quanto «ci sono due mondi, quello della pesca e quello del turismo – chiarisce Callegarini -, che non si confrontano». Per ovviare ai interventi sporadici e non risolutivi, il versante balneare chiede che dopo gli interventi di dragaggio nella Sacca di Goro, i quantitativi di sabbia in eccesso vengano impiegati per il necessario ripascimento del Lido Volano. Invece «la sabbia viene sparsa sui fondali, ma sarebbe più auspicabile trasferire quei sedimenti sull’arenile».

L’Agenzia regionale di sicurezza territoriale e di Protezione Civile ha compiuto un nuovo sopralluogo, in funzione dell’ulteriore nuovo stanziamento di risorse, pari a circa 2 milioni di euro, destinate alla messa in sicurezza della zona più a sud del Lido Vomano (dal bagno Ipanema al bagno Isa). Un aspetto positivo concerne l’interlocuzione costante tra gli operatori balneari e Stefano Bellesi, responsabile regionale dell’ufficio territoriale di sicurezza e protezione civile di Ferrara, in merito alla pianificazione degli interventi e alle eventuali allerte. Per Nicola Ghedini, presidente regionale di Cna Balneari e titolare del Bagno Kursaal, il fenomeno della subsidenza e dell’erosione costiera deve essere affrontato «da 3 punti vista, il primo incentrato sulla consapevolezza del cambio climatico, non risolvibile, il secondo sulla visione di ciò che si vuole ottenere a livello naturalistico, per proteggere il delicato ecosistema locale ed il terzo sulla necessità di salvaguardare l’economia turistico/ricettiva in stretta connessione con quella naturalistica. Senza l’economia non sopravvive il territorio e senza territorio l’economia non esisterebbe». Strutture sommerse in grado di rallentare il fenomeno dell’erosione, studi, tavoli tecnici e reperimento di risorse adeguate sono, a parere di Ghedini, strategie necessarie ed ineludibili per offrire risposte efficaci di lungo respiro, senza dover ricorrere sistematicamente alla somma urgenza. Ai Lidi sud le dune invernali sono già state realizzate, a spese degli operatori e rinforzate, nella zona critica più a sud, con risorse regionali. Preoccupazione trapela nelle parole di Nicola Bocchimpani, presidente di Asbalneari, nonché titolare del bagno Pomposa. «Le barriere soffolte con la tecnica del Technoreef al Lido Pomposa non hanno prodotto benefici. Con il giro delle correnti i punti critici sono cambiati. La burocrazia rallenta tutto e dovremo aspettare forse il 2027 per vedere le nuove scogliere per il Lido Nazioni, nella zona del bagno Galattico, già autorizzate e finanziate». 

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