Niente albergo diffuso a Porto Garibaldi, al suo posto 14 appartamenti
Nullaosta della politica a un’operazione in controtendenza. Si riaccende la polemica sull’aumento delle seconde case sul litorale
Porto Garibaldi Quattordici nuove unità abitative al posto di una Rta (Residenza turistico-alberghiera). Dopo il via libera ottenuto a chiusura di una conferenza di servizi, durata alcuni mesi, in forza di una procedura decisoria semplificata, la ditta Lidi Frontemare s.r.l. procederà a convertire in 14 nuovi alloggi un complesso immobiliare di Porto Garibaldi, concepito in origine come albergo diffuso. L'ufficialità della positiva conclusione dell'iter autorizzativo è stata fissata nero su bianco all'albo pretorio online dell'amministrazione lagunare. La ditta Frontemare srl entro i tre anni dal rilascio del provvedimento autorizzativo procederà a realizzare le unità abitative, avvalendosi di un cambio di destinazione d'uso.
Partita nel luglio scorso, la Conferenza di Servizi, con procedura decisoria semplificata, ha visto il coinvolgimento del Comune, dell'ente Parco e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, enti che non hanno avanzato richieste di integrazioni al processo avviato. Dopo il conseguimento dell'autorizzazione paesaggistica, nonché del nulla osta del Parco e del parere favorevole di conformità alla disciplina dell'attività edilizia, il permesso di costruire per cambio di destinazione d'uso ha intrapreso, così, il suo corso. La chiusura favorevole della conferenza di servizi, come si legge nella determinazione 2040 del 12 dicembre 2025 “è ad ogni effetto, titolo per la realizzazione dell'intervento ed assume valore di permesso di costruire" in base alle norme vigenti. La ditta Frontemare srl assume un vincolo unilaterale, che consiste nel mantenimento dell'area esterna quale parcheggio ad uso privato, come previsto dalle disposizioni del regolamento edilizio comunale. L'esito favorevole della conferenza di servizi spiana la strada ad un intervento destinato ad incrementare l'offerta turistica, ma riaccende, al tempo stesso, il dibattito sull'incremento di seconde case ai lidi.
Dieci anni fa, l'inaugurazione delle prime due Rta, Pomposa al Lido Pomposa e l'Airone al Lido Nazioni, aveva rimesso in gioco il concetto di ricettività turistico-alberghiera, imprimendo nuovi slanci al mercato, all'epoca stantio, delle seconde case. Gruppi di alloggi estivi erano stati riqualificati e messi a sistema tra loro, condividendo servizi comuni, quali sale adibite a bar, ristorazione, piscina palestra. La nuova strategia si è fatta strada per alcuni anni, favorendo investimenti imprenditoriali, che si prefiggevano il duplice obiettivo di riqualificare immobili esistenti, inserendoli in un circuito innovativo di accoglienza turistica, che integrava e compensava il semplice meccanismo di locazione estiva degli appartamenti al mare. La pandemia ha sparpagliato le carte, tanto da rendere, gradualmente, ancora appetibili mono e bilocali ai lidi. Oggi l'economia delle seconde case ruota attorno ad oltre 35mila unità abitative che, dopo il Covid 19, in gran parte hanno vissuto una seconda giovinezza. L'operazione andata in porto con la chiusura positiva di una conferenza di servizi va quindi controtendenza: al posto di una Rta, saranno costruiti nuovi alloggi.
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