L’ex vicesindaco di Ferrara: «Anno difficile ma non rinuncio ai miei progetti»
Lodi dodici mesi dopo la condanna e la decadenza
Ferrara Un anno fa Nicola “Naomo” Lodi usciva dalla scena politica, condannato per induzione indebita a dare o promettere utilità nella vicenda Cidas. Per l’allora assessore era scattata la ghigliottina della Legge Severino, che gli negava la possibilità di ricoprire incarichi pubblici per 18 mesi. In attesa che arrivi il processo d’Appello, previsto in primavera, Lodi ha trascorso un anno tra l’attività politica con la Lega nazionale, qualche problema di salute e la presenza pressoché costante a vigilare sulle vicende ferraresi.
E ieri, proprio in occasione del primo “compleanno” dalla condanna e dalla successiva sospensione, Lodi ha affidato ai social un’ampia riflessione in cui lascia intendere la grande voglia di un ritorno in municipio in qualità di assessore per occuparsi nuovamente dei “suoi” grandi temi: sicurezza, Palio, Polizia locale, frazioni. Lo dice tra le righe del post su Facebook, che va interpretato per essere decriptato.
«È già passato un anno da quel 17 dicembre in cui, in sei minuti, la mia vita è cambiata. Anzi, la mia vita è stata sospesa. Dalle 9 alle 9.06. Il tempo di entrare in aula e farmi leggere la sentenza – scrive ricordando il giorno della condanna –. Tanto è bastato per stravolgere tutto, per congelare cinque anni e mezzo di lavoro, per sospendere progetti, programmi e visioni che avevo per la città, la mia città. Di quel giorno ricordo poco. Ricordo le facce di chi era lì con me, il senso di vuoto e di silenzio, i messaggi che mi arrivarono, i commenti. Ricordo di aver parlato e rassicurato tutti, ma in realtà non sapevo nemmeno io cosa sarebbe successo da quel momento in poi. È stato un anno difficile, nasconderlo è inutile».
Ecco però un Lodi pronto a rimettersi in gioco, ripartendo dalla Gad suo “quartier generale” («Sono politico di strada e tale rimarrò, nessuna sentenza potrà mai cambiarlo»). E la scelta della foto è emblematica: il grattacielo sullo sfondo, in un luogo dove la sicurezza reale e percepita è tornata fuori equilibrio e dove in tanti – anche in ambito centrosinistra – lo rivorrebbero a occuparsi di sicurezza. «Ogni tanto temo di non poter più fare quello che amo fare e di disattendere le aspettative di chi mi chiede di tornare dove ero prima – scrive l’ex vicesindaco, lasciando intendere di essere preso da un pizzico di sconforto che però presto svanisce –, Quello che questi 12 mesi non mi hanno tolto, però, è la fiducia: fiducia che la mia posizione venga chiarita, fiducia nelle istituzioni, fiducia nei miei sostenitori. Credo che l’impegno politico vero non si misuri dal successo continuo, ma dalla capacità di resistere quando tutto sembra crollarti addosso. Questo anno mi ha temprato, mi ha reso più consapevole e più forte. I progetti per Ferrara sono ancora lì, nella mia mente, pronti per essere realizzati. Le idee che avevo non sono svanite, sono solo in attesa. E io sono pronto a trasformarle in realtà, con ancora più convinzione di prima».
È pronto a tornare in grande stile, Lodi. L’obiettivo è riprendersi lo spazio della Lega ora occupato dal tecnico Vita Finzi Zalman. Avrà però bisogno del nullaosta del sindaco Fabbri – va ricordato che l’incarico di assessore è fiduciario ed è a insindacabile nomina del primo cittadino – con cui il rapporto è sempre ottimo. «A tutti quelli che mi hanno sostenuto in questi 12 mesi, una sola parola: grazie. Grazie al sindaco e amico Alan Fabbri che mi è sempre rimasto accanto e non ha mai smesso di dimostrarmi stima e fiducia».
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