Ferrara, dopo 51 anni chiude la tabaccheria di corso Giovecca
Il titolare: «Nessuno vuole entrare al nostro posto, peccato»
Ferrara La decisione di chiudere la tabaccheria di corso Giovecca davanti all’ex ospedale Sant’Anna, Marco Borghi, che la gestisce insieme alla moglie Cinzia, l’aveva presa già alcuni anni fa quando sono andati entrambi in pensione. «Ho iniziato subito a spargere la voce che cedevo l’attività nella speranza che qualcuno fosse interessato a rilevarla, ma a tutt’oggi ancora nessuno si è presentato. È questo il nostro rammarico, ovvero che non ci sia una continuità». Il loro unico figlio Mirko infatti ha preso un’altra strada e non ci pensa assolutamente a proseguire il lavoro dei suoi genitori.
«Lavorare tante ore al giorno – prosegue Marco – e alla fine del mese essere subissato di tasse da pagare non vale più la pena e quindi abbiamo deciso di smettere, dopo 51 anni per me e 35 per mia moglie, di presenza praticamente continua».
Furono i suoi genitori a rilevare la tabaccheria il 1º luglio 1974, sempre in corso Giovecca ma al numero 156; un piccolo negozio di tre metri per tre, dove oltre al tabacco si vendevano anche i giornali. Nel 1999 il trasferimento poco lontano, al civico 198/a, in un ambiente molto più spazioso e dove oggi oltre alle sigarette si trova davvero di tutto. «Andavo ancora a scuola quando mio padre mi faceva lavorare nei ritagli di tempo – ricorda Marco – ma soprattutto la domenica perché allora c’erano i turni da coprire sospesi negli anni ’70. Sono poi diventato titolare nel 2002, quando mio padre ultraottantenne ha smesso definitivamente di venire in negozio, ma ancora con un po’ di nostalgia del passato. Non sa però quanto sia cambiato in questi anni il nostro lavoro, che ha trasformato la tabaccheria in un negozio dove abbiamo smesso di vendere i giornali ma dove siamo davvero al servizio del pubblico, pagando bollette, bolli dell’automobile, una infinità di giochi, biglietti del treno e dell’autobus, oltre ad un’infinità di articoli fra giocattoli e cartoleria».
«L’attività- aggiunge Cinzia – era davvero molto intensa quando c’era l’ospedale Sant’Anna perché si vendeva moltissimo la biancheria per le persone ricoverate; poi quando c’è stato il trasferimento a Cona tutto è cessato; in seguito c’è stato il Covid che ci ha nuovamente penalizzato, poi gradatamente tutto è ripreso normalmente e oggi direi che lasciamo un’attività decisamente molto avviata».
Mentre Cinzia farà la casalinga, dedicandosi particolarmente alla mamma anziana, Marco ha almeno due grandi passioni da seguire: la Vespa, di cui ha almeno 15 diversi esemplari nei suoi magazzini e garage, e l’Ente Palio, perché è massaro nella Corte Ducale. Non si annoierà certamente, ma occuparsi di qualcosa che piace non è più un lavoro.
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