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Ambulanti all’Acquedotto di Ferrara: «Due su tre pronti a rifiutare»

Andrea Mainardi
Ambulanti all’Acquedotto di Ferrara: «Due su tre pronti a rifiutare»

Domani l’ultimo giorno per aderire, poi si tireranno le somme

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Ferrara È il momento di serrare i ranghi e tirare le fila per gli ambulanti che dovranno affrontare il trasferimento dello storico mercato di piazza Travaglio che da sempre ha caratterizzato i lunedì del centro città. Domani è l’ultimo giorno a disposizione degli esercenti per formalizzare la volontà, presso il Comune, di prendere parte alla nuova zona mercatale che sorgerà attorno all’Acquedotto monumentale.

Ieri è andata in scena un’importante riunione proprio tra i commercianti che hanno dovuto prendere atto di una situazione a dir poco complicata. Le sensazioni sono le medesime degli scorsi giorni: preoccupazione e rassegnazione stanno prendendo sempre più piede.

L’Acquedotto continua a non convincere dal punto di vista logistico e commerciale, lasciando il mercato così in un limbo dal quale si uscirà giocoforza solo nei prossimi giorni.

Un punto della situazione importante come affermano dal sindacato Anva (Associazione Nazionale Venditori Ambulanti): «Era il momento di riunirci e fare le nostre valutazioni – spiega il presidente provinciale Giovanni Finotelli – ed informare tutti i commercianti della situazione attuale, anche se ormai quello che sta accadendo è di dominio pubblico. Adesso aspettiamo quella che sarà la mossa dell’amministrazione comunale».

Come già affermato nei giorni scorsi, la proposta più concreta degli ambulanti risiede nello spostare il mercato del lunedì in centro storico con la medesima disposizione di quanto già avviene nelle giornate del venerdì. Il tutto anche a costo di rinunciare a qualche giornata di lavoro in caso di concomitanza con eventuali manifestazioni in centro. «Abbiamo già presentato la nostra proposta e vediamo se nei primi giorni dell’anno qualcosa cambierà» spiega Finotelli.

«Al momento – prosegue – è difficile dire chi potrebbe comunque scegliere di accettare la soluzione Acquedotto. Stimiamo che due terzi degli esercenti siano pronti a dire un secco “no” a questo trasferimento. Logicamente tutti ci auguriamo che questa situazione possa rientrare quanto prima, in alternativa ci sarà molto da dire sui metodi che sono stati adottati da chi ha deciso tutto ciò. Di sicuro è proprio nelle situazioni di crisi come queste che ci si stringe ancora di più e possiamo dire che c’è grande compattezza tra di noi nonostante tutto».

In gioco c’è una realtà fatta di storia e fatica: «Ballano quasi trecento posti di lavoro, si sono aperti tavoli di concertazione per davvero molto meno. È una partita a Risiko e siamo prontissimi a lottare. Continuano a dire che si tratta di una situazione sperimentale ma siamo davvero sul filo del rasoio. Se per mesi infatti non facciamo cassa nelle nuove postazioni rischiamo di perdere ulteriori operatori andando ad aggravare la crisi di un comparto già molto provato. Dal nostro punto di vista c’è sempre la volontà di essere propositivi e migliorare anche i banchi se dovesse servire».

Il sindacalista conclude: «Conosciamo il mestiere e non siamo degli integralisti, se abbiamo bocciato il progetto Acquedotto non è per un capriccio. Sappiamo che, purtroppo, non è una soluzione appetibile da nessuno e per nessuno». In merito alla questione, l’assessora a Fiere e Mercati Angela Travagli non ha rilasciato dichiarazioni confermando invece che gli uffici comunali sono al lavoro per ricevere le adesioni degli ambulanti. 

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