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Salute

Disturbi alimentari: è emergenza. «La pandemia ha amplificato i casi»

Valentina Bombardieri
Disturbi alimentari: è emergenza. «La pandemia ha amplificato i casi»

Il ministro Schillaci: interessate 3 milioni di persone. Tantissimi i giovani

16 marzo 2024
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Roma «In Italia, secondo le stime, oltre tre milioni di persone soffrono di questi disturbi e negli ultimi anni, in particolare durante la pandemia, si è registrato un incremento di casi intorno a un terzo, un abbassamento dell'età di esordio e un aumento della gravità dei disturbi». È la stima di Orazio Schillaci, Ministro della Salute intervenuto  al convegno a Roma “Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione - Il punto sui percorsi di cura e sulle nuove opportunità”, in occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla, nata per raccontare e sensibilizzare sul tema dei disturbi alimentari. Boom di ingressi C'è «un significativo aumento degli ingressi per disturbi dell'alimentazione che passa da 3.023 accessi del 2019 ai 3.245 del 2021.

In particolare, gli accessi riferibili alle donne sono passati dal 61,1% del 2019 al 72,7% del 2021. E c'è un numero degli accessi in crescita nelle classi di età 11-13 e 14-17», ha spiegato il ministro sottolineando come «ci sono segnali di allarme anche in bambini prima degli 8 anni». Aumentano inoltre le diagnosi di anoressia nervosa, passate dal 48.3% del 2019 al 58.7% del 2021.

È il caso di Chiara che racconta il suo calvario con l'anoressia. «Questa patologie non sono un capriccio e non eliminano con la forza di volontà. I disturbi del comportamento alimentare sono figli di un dolore non ancora riconosciuto che si serve del corpo per chiedere aiuto», racconta. «Lotto con il demone» «Ho iniziato ad avere problemi col cibo quando andavo alle elementari e oggi sono in cura per cercare di sconfiggere il mio 'demone. Avevo più o meno 14 anni quando c'è stato l'inizio della fine. Quel giorno, per la prima volta, guardandomi in un video, mi resi conto di quanto stavo diventando magra. Pesavo 27 kg, mi ero ridotta solo al peso della mia struttura ossea. Mi odiavo terribilmente, mi facevo tanto tanto schifo. Avevo deciso di iniziare una dieta, eliminando completamente alcuni cibi dalla mia alimentazione. Ero dimagrita tantissimo però mi vedevo enorme». Chiara racconta degli anni migliori della sua vita entrando e uscendo dagli ospedali. «Ebbi una perforazione acuta del tratto gastrointestinale e finii due volte in sala operatoria». La giovane trascorreva «le giornate a camminare tra quei corridoi asettici, in compagnia di un carrellino per infondere nelle mie vene qualcosa che mi tenesse in vita. Mi ero ridotta in quelle condizioni proprio per sottrarmi alla vita. Anche se in genere chi prova a sottrarsi alla vita attraverso un disturbo alimentare non vuole davvero morire. Ha paura di vivere». Chiara ha reagito e ha ripreso in mano la sua vita anche se «la guerra con il mio corpo non è finita - ammette la ragazza descrivendo il suo stato attuale - Oggi sto meglio continuo a vedere degli specialisti. Sono in analisi da 15 anni. Mi sono anche laureata in Psicologia perché voglio che la mia esperienza aiuti chi è caduto nel mio stesso tunnel».

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