MODENA «Abbiamo appreso la notizia dai giornali: siamo senza parole, ci piange il cuore». Sono le reazioni dei volontari della Caritas parrocchiale di San Pietro alla notizia dei 4 milioni di euro, in gran parte riconducibili ad un lascito di una contessa modenese, spostati dall’ex parroco di San Pietro, priore dell’Abbazia benedettina, dal conto corrente della parrocchia per costituire un trust. Sono rimasti sconcertati dalla vicenda i volontari Caritas, che quotidianamente si impegnano con grande organizzazione e ormai in totale autonomia – ci tengono a sottolinearlo – a preparare oltre 70 pacchi alimentari al giorno per le famiglie indigenti, sempre più in aumento nella nostra città: «In tanti anni che siamo qui non siamo mai venuti a conoscenza di questa importante donazione – spiegano – e mai, soprattutto dalla morte di dom Gregorio, nessuna persona che si è rivolta al nostro servizio è stata aiutata con somme in denaro, nonostante le richieste di aiuto in tal senso sono sempre state tante ed in costante aumento, soprattutto con gli aumenti nelle bollette». I volontari non vogliono giudicare il principale indagato, il priore dom Stefano Pascalis, almeno fino a quando non sarà fatta chiarezza in tribunale. Li ha però lasciati perplessi un fatto, capitato più volte in questi ultimi anni: che le derrate alimentari non bastassero per far fronte alle richieste sempre in aumento, perché da parte della parrocchia di San Pietro non erano arrivati aiuti concreti per far fronte all’ammanco. «Non possiamo negare – aggiunge una volontaria – di sentirci un po’ soli. Negli anni, e in particolare dopo la morte di dom Gregorio, la collaborazione del centro Caritas con i padri benedettini si è molto diradata. I momenti di collaborazione si riducono sostanzialmente alla raccolta alimentare che organizziamo una domenica al mese in chiesa e l’aiuto che, fino a pochi giorni fa, dom Stefano ci offriva ogni tanto per andare a ritirare la merce al Banco Alimentare a Parma o nei supermercati e aziende del territorio che ci fanno donazioni. Per il resto più praticamente nulla». Infine tra i volontari c’è anche qualcuno che si chiede perché in questi anni almeno una parte del patrimonio ricevuto in lascito non sia stato utilizzato per incrementare l’aiuto agli indigenti, come indicato esplicitamente nel testamento del lascito della contessa Ghisellini. Nel frattempo l’Arcidiocesi di Modena-Nonantola fa sapere che «in merito alle informazioni pubblicate sulla stampa locale e sui social circa la vicenda, esprime gratitudine alla guardia di finanza e alla Procura, confermando completa disponibilità, per arrivare alla chiarezza e onorare le volontà della persona che ha disposto il lascito testamentario». l © RIPRODUZIONE RISERVATA &nbsp;

MODENA «Abbiamo appreso la notizia dai giornali: siamo senza parole, ci piange il cuore». Sono le reazioni dei volontari della Caritas parrocchiale di San Pietro alla notizia dei 4 milioni di euro, in gran parte riconducibili ad un lascito di una contessa modenese, spostati dall’ex parroco di San Pietro, priore dell’Abbazia benedettina, dal conto corrente della parrocchia per costitu...

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«Siamo senza parole, ma non giudichiamo. Dopo la morte di don Gregorio tutto è cambiato Meno aiuti anche se viene sempre più gente». La Diocesi ringrazia Procura e “fiamme gialle”

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Modena, caso San Pietro. Lo sconcerto dei volontari Caritas in parrocchia «Nessuno sapeva di un lascito per aiutare i poveri»

«Siamo senza parole, ma non giudichiamo. Dopo la morte di don Gregorio tutto è cambiato Meno aiuti anche se viene sempre più gente». La Diocesi ringrazia Procura e “fiamme gialle”

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