La Nuova Ferrara

Il pellegrinaggio a Roma

Giubileo dei giovani, i 300 modenesi al rientro: «Dal saluto a sorpresa del Papa fino a Tor Vergata, che emozioni»

di Ginevramaria Bianchi

	I 300 modenesi al Giubileo dei giovani
I 300 modenesi al Giubileo dei giovani

Don Simone Cornia, direttore della Pastorale giovanile, racconta il pellegrinaggio a Roma: «È valsa la pena perdere la voce se ripenso a quello che abbiamo vissuto»

3 MINUTI DI LETTURA





MODENA. Con la voce rotta, più roca del solito, don Simone Cornia, direttore del servizio di pastorale giovanile dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola, si lascia sfuggire qualche parola. È stanco, sì, ma parla con quella soddisfazione che viene solo quando ti consumi per qualcosa di grande. Don Simone è da poco sceso dal pullman di ritorno da Roma, al rientro dal Giubileo dei giovani, e ci parla piano, perché la voce se n’è andata via: l’ha regalata ai canti, ai giovani, alla preghiera, al vento di Tor Vergata. Ma non se ne pente: «È una voce che valeva la pena perdere se ripenso a quello che abbiamo appena vissuto».

Il Giubileo dei giovani

Facciamo però un passo indietro. Il Giubileo dei giovani è stato l’appuntamento mondiale che ha richiamato nella città eterna oltre un milione di pellegrini provenienti da 140 Paesi del mondo. Trecento modenesi tra i 18 e i 35 anni, raggiunti anche dall’arcivescovo Erio Castellucci, hanno risposto presente alla chiamata della Chiesa. Una Chiesa che, come ha ricordato Papa Leone XIV, ha bisogno di giovani che brillano, non si vergognano della loro fede, siano «luce del mondo e sale della terra». Il Papa ha lasciato un’impressione fortissima nei modenesi: «Un uomo mite, dolce, profondamente presente – dichiara Cornia – Martedì è arrivato a sorpresa durante la messa, e ha percorso tutta la piazza, in modo da raggiungere anche chi, come noi, stava in fondo e, altrimenti, non avrebbe potuto salutarlo. Poi sabato, prima di atterrare in elicottero a Tor Vergata, ha voluto guardarci tutti dall’alto facendo un giro della piazza, anche se i conducenti insistevano per farlo subito scendere. Sono stati segnali forti».

Le tappe del Giubileo

Il cammino dei modenesi è iniziato lunedì 28 luglio, con una prima sosta a Orvieto: lì, una messa di inizio pellegrinaggio e le parole di un prete che sembravano dette apposta per loro: «Lasciate stare le attese, le pretese, e state pronti alle sorprese del Signore». Dopo Orvieto, Roma ha aperto le braccia: martedì la messa serale in piazza San Pietro con l’apparizione inaspettata del Papa, mercoledì la veglia serale solo per i modenesi nella basilica di Santa Cecilia. Giovedì il grande ritrovo degli italiani in piazza San Pietro: il passaggio dalla Porta Santa, la conciliazione, la richiesta di perdono. E infine, sabato e domenica, a Tor Vergata, l’apice: i novanta modenesi partiti all’inizio si sono uniti agli altri 210 arrivati per il fine settimana, per vivere insieme la grande veglia e la messa finale. «Venticinque anni dopo – dice don Simone – la Capitale è tornata a riempirsi di giovani. È una grazia che si rinnova. E oggi, la speranza, ha un volto nuovo. Il nostro». Così, in mezzo alle strade di Roma, anche Modena ha camminato. Ha cantato. Ha creduto. E ora che è tornata, è viva. Più viva che mai.

© RIPRODUZIONE RISERVATA