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L’evento

Cucchiara: «Ateneo più attrattivo e nuove case per i nostri studenti»

Luca Gardinale
Cucchiara: «Ateneo più attrattivo e nuove case per i nostri studenti»

La prima rettrice donna ha inaugurato in San Carlo l’850esimo anno accademico Unimore

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MODENA. Prima di parlare, canticchia anche lei Imagine, il capolavoro di John Lennon diventato simbolo mondiale della pace. Continuando con i simboli, ieri ha deciso di indossare le scarpe con il tacco rosse, per dire ancora una volta no alla violenza sulle donne. Rita Cucchiara, prima rettrice donna dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha inaugurato così l’850esimo anno accademico di Unimore, con una cerimonia alla chiesa di San Carlo preceduta da un corteo accademico dei docenti togati, che hanno percorso via Università sotto gli occhi dei cittadini, che incuriositi cercavano di attribuire i colori di toga e cappello al relativo dipartimento.

Le autorità

Arrivati in San Carlo, i docenti, insieme alle autorità - tanti i sindaci presenti, dal modenese Massimo Mezzetti al reggiano Marco Massari, insieme ai colleghi di Sassuolo, Maranello e Mirandola Matteo Mesini, Luigi Zironi e Letizia Budri, mentre l’ospite d’onore era il presidente nazionale di Confindustria Emanuele Orsini - sono stati accolti dal coro Unimore, che ha cantato il Gaudeamus, l’inno internazionale degli studenti universitari.

«Innovare per tramandare»

Quindi, spazio all’intervento della rettrice Cucchiara, che ha illustrato il piano di mandato 2025-2031: «In un contesto globale incerto e in rapido cambiamento - queste le sue parole - l’Università deve restare un’istituzione solida, radicata nelle proprie tradizioni, ma capace di anticipare e guidare il futuro. Formare persone in grado di comprendere la complessità, adattarsi ai mutamenti e affrontarne le difficoltà. Deve rappresentare il luogo in cui il futuro si costruisce ogni giorno, con pensiero critico, conoscenza e responsabilità - ha aggiunto la rettrice - in tutte le sue missioni, nella ricerca, nella formazione delle nuove generazioni e nella collaborazione con la società e il mondo produttivo, l’Ateneo è chiamato a operare come motore di progresso e presidio di valori, custodendo il patrimonio del passato e generando la cultura e la conoscenza di domani. Come rettrice dell’Università di Modena e Reggio Emilia, questa è la sfida che voglio raccogliere insieme a tutta la comunità accademica. Ho intitolato il mio piano di mandato “Innovare per tramandare”, ossia portare trasformazione digitale nei processi organizzativi, definire modelli moderni, flessibili ed attrattivi di didattica e curare la ricerca di base e applicata per tramandare il nostro patrimonio di conoscenza negli anni a venire».

«Costi troppo alti»

La rettrice ha quindi ricordato che «Unimore non è una scatola chiusa, ma è nel mondo, un mondo che ha tante trasformazioni. Negli ultimi anni abbiamo avuto un’esplosione di alta formazione, anche se purtroppo l’Italia ha meno laureati del resto dell’Unione Europea». Ma quali laureati servono oggi? «Che servano ingegneri lo sappiamo bene - ha sorriso Cucchiara - ma servono anche laureati in Stem, servono infermieri, medici ed esperti del mondo umanistico, perché noi dobbiamo lavorare in modo multidisciplinare». Al centro dell’intervento anche l’emergenza-casa, che tocca soprattutto i fuorisede: «La vita è troppo costosa per gli studenti modenesi e reggiani - ha detto ancora la rettrice - e gli studentati non sono abbastanza, quindi abbiamo assolutamente bisogno di trovare nuovi spazi per dare possibilità agli studenti. Nell’ultimo cda abbiamo dato il via a nuovi cantieri in centro storico, e stiamo lavorando per aumentare il numero degli studentati».