Traffico, Modena tra le prime 200 città al mondo per tempo trascorso in coda: ecco quante ore sprechiamo in auto
L’Index Global Traffic Scorecard 2025 colloca la nostra provincia al 181° posto a livello globale e al 16° in Italia con 42 ore, peggio di Bologna ma meglio di Reggio Emilia
MODENA. Il semaforo diventa verde, ma pare che nulla sia cambiato. Passano i minuti e non ci si muove di un metro. Anche se la strada è sempre la stessa e i chilometri che ci separano da una destinazione non cambiano. Nell’ultimo anno, traffico, ingorghi stradali, code e rallentamenti hanno fatto perdere ai modenesi 42 ore. Secondo quanto emerge dalla classifica Index Global Traffic Scorecard 2025, Modena è la 16esima città in Italia per tempo sprecato dai cittadini incolonnati in auto e la 181esima nel mondo, un valore in aumento del 5% rispetto al 2024, quando le “hour lost”, ossia le ore trascorse al volante bloccati nel traffico, erano in media quaranta. Il dato locale più recente non ha nulla a che vedere con quelli di Roma e Milano, città nelle quali guidatori e passeggeri hanno perso rispettivamente 76 e 67 ore. Tuttavia, se paragonata alle sue concorrenti in Emilia Romagna, Modena batte Bologna, in 17esima posizione a livello italiano, con 39 ore passate nell’abitacolo. Reggio è in testa, la prima in regione per questo genere di criticità, undicesima a livello nazionale per le 47 ore che i cittadini hanno sprecato solo nel 2025, seduti in macchina, senza poter far altro che aspettare. Lo studio, redatto dalla società privata Inrix, con sede negli Stati Uniti, propone anche una cartina con le “aree di pendolarismo”, i percorsi più frequentati e problematici a causa delle congestioni stradali. A Modena, il traffico si concentra lungo il percorso in direzione Carpi, sulla Vignolese, verso San Damaso e Spilamberto, e nei chilometri di strada che collegano Modena a Sassuolo. Ad essere segnalati sono anche la Tangenziale e la zona dei Mulini Nuovi. «Se parliamo di perdere ore in macchina, abbiamo sempre l’idea che il traffico lo facciano gli altri. Quando siamo imbottigliati ci capita di dire: “Dove va tutta questa gente?”, pensando prima alle nostre necessità. Invece, è evidente che anche noi, ciascuno con la propria auto, non solo ci troviamo nel traffico, ma ne facciamo parte», spiega Ermes Spadoni, presidente della Fiab (Federazione italiana ambiente e biciclette) di Modena. «Quando è possibile farlo, i cittadini dovrebbero iniziare a pensare di cambiare modalità di spostamento». I collegamenti con i principali centri della provincia, come Nonantola, Carpi, Sassuolo, Mirandola e Castelfranco risultano una delle problematiche principali. «Gli autobus girano in mezzo al traffico, non sono più efficienti del mezzo privato per velocità e la rete ciclabile tra Modena e la provincia non è risolutiva. Avremmo bisogno di collegamenti rapidi e frequenti, una realtà che unisse tutti i centri e togliesse dalle strade coloro che si spostano quotidianamente per andare al lavoro. Chiaro è che la macchina ormai non verrà mai eliminata». Anche un incremento del servizio pubblico, potrebbe non essere risolutivo se non si interviene ponendo alcune limitazioni. «Finché si potrà parcheggiare gratuitamente per otto ore, si continuerà a scegliere il mezzo privato, in quanto tutti cerchiamo la comodità. Non esistono solo problemi infrastrutturali che riguardano i trasporti: si potrebbe intervenire anche sugli orari di ingresso ed uscita dai luoghi di lavoro e sullo smart working». Un’altra questione cruciale riguarda la mobilità di prossimità: a Modena il 45% degli spostamenti sotto i due chilometri e mezzo avviene in auto. «Non c’è una sola soluzione. La bici, soprattutto elettrica, è un mezzo che potrebbe aiutare», continua Spadoni. «Non dobbiamo obbligare le persone a cambiare mezzo, ma dare un’opportunità diversa e spiegare loro che è meglio cercare di intervenire sul problema almeno in parte, piuttosto che non risolverlo affatto».
