La Nuova Ferrara

Festività

Regali di Natale, più di un milione di pacchi in consegna in provincia: è iniziata la corsa dei corrieri

di Stefano Luppi

	Pacchi, oltre un milione in consegna a Modena per Natale
Pacchi, oltre un milione in consegna a Modena per Natale

Dopo il Black Friday i doni per il 25 dicembre: 500 furgoni e centinaia di corrieri – compresi i “Natalini” – in azione nel Modenese

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MODENA. La tradizionale corsa all’acquisto natalizia, amplificata via via nel corso degli anni dall’abitudine alle spese online porterà nella provincia di Modena alla “movimentazione” di oltre un milione e 200mila pacchi – con punte di 40mila al giorno – nel periodo compreso tra il 15 novembre e il 31 dicembre. Innumerevoli consegne che come ogni anno, prima della fatidica data limite del 25 dicembre, vede impegnati alla guida di quasi 500 furgoni di società private e di Poste italiane centinaia e centinaia di corrieri, compresi i “Natalini”, ossia i driver assunti con contratti a termine per i due mesi scarsi del superlavoro che conclude l’anno. Numeri, parrebbe, da economia in positivo con gli indici in crescita di anno in anno visto che i sindacati di logistica e trasporti stimano che le consegne natalizie rispetto ai periodi normali vanno su di un 30-50%.

Autisti protagonisti

Gli autisti insomma diventano protagonisti soprattutto in questo periodo visto che il pubblico compra via web e i loro furgoni girano a più non posso per tutto il territorio distribuendo quanto acquistato su piattaforme e siti. I numeri li fornisce la Fit Cisl Modena, la prima categoria per numero di iscritti nel comparto della logistica. «Il ritmo di crescita per il servizio di consegna dei pacchi alle famiglie modenesi – spiega Maurizio Denitto, capo di Fit Cisl – è impressionate: a rimorchio del black friday e delle festività natalizie, la stima che facciamo è di 1.260.000 colli gestiti nel capoluogo e in provincia».

Stipendi e furgoni: i numeri

Ogni giorno, spiega il sindacalista, i cinque colossi privati del settore attivi anche nel Modenese – ossia Dhl, Sda, Gls, Fedex e Bartolini – movimentano tale numero esorbitante di pacchi, grazie al lavoro di 460 furgoni e una rete di supporto di 150 altri lavoratori addetti al continuo rifornimento della flotta, con una “macchina” che funziona nei giorni feriali con allungo anche al sabato ed eccezionalmente nei festivi. Solo considerando il servizio di spedizione dei pacchi Fit Cisl calcola come attivi poco meno di 900 addetti, includendo tra questi i dipendenti diretti e quelli che lavorano in appalto. Lavoratori che sono impegnati in un super lavoro per molte ore al giorno sulla strada, e che vedono lievitare un po’il proprio stipendio grazie agli straordinari: si possono anche superare, in questa fase, i 2mila euro netti al mese, ma appunto non c’è tregua per rispettare le consegne.

14mila lavoratori

Tale scenario mette, ancora una volta, prepotentemente al centro la parola “logistica”, ossia un comparto fondamentale per la nostra economia: a Modena esso comprende 14mila lavoratori e presenta un trend di crescita delle assunzioni a due cifre percentuali. La consegna dei pacchi, insomma, è l’elemento più visibile, perché arriva direttamente nelle case dei cittadini.

Le leva della logistica

«Per una città come Modena, crocevia baricentrico tra Milano e Bologna – prosegue Denitto – la logistica non può essere trattata come un pezzo di economia brutta, sporca e cattiva. La logistica, anzi, è già oggi una delle leve più potenti per il governo dell’economia moderna. Non stiamo parlando solo di facchini e gestione di magazzini: parliamo di un comparto che richiede ingegneri Ict e dell’automazione, esperti di big data, ingegneri per la gestione e il controllo del flusso di merci. Rendere la tecnologia uno strumento e non la leva per estromettere il lavoro delle persone sarà la sfida futura».

Carta etica

Ecco perché Fit Cisl chiede l’adozione della carta etica della logistica, seguendo il modello già applicato a Bologna: «Si tratta di uno strumento formidabile – spiega il sindacalista – che ci permetterebbe di dare risposte ordinate ai bisogni logistici di un territorio, mettendo in fila le strategie della logistica industriale, gli strumenti urbanistici, la mobilità sostenibile e, soprattutto, tanta, tanta sicurezza sul lavoro e formazione del personale, premiando contratti di qualità». In queste ultime ore, peraltro, si aggiunge una ipotetica tassa che potrebbe complicare non poche le cose. In sede di discussione degli emendamenti prima della approvazione della prossima Legge finanziaria, infatti, spunta un contributo di 2 euro a pacco (a partire da 150 euro) per tutte le spedizioni che partono dalla e arrivano in Italia: la starebbe studiando il Ministero delle imprese e del made in Italy per colpire soprattutto in chiave anti-fast fashion colossi cinesi come Shein e Temu. In un primo tempo si voleva infatti applicare la tariffa extra alle sole spedizioni in arrivo dai paesi extraeuropei, ma ciò sarebbe stato a tutti gli effetti un “dazio”.

Tassa sui pacchi

E i dazi in Europa sono competenza Ue e non nazionale, dunque l’alternativa è di dover fare i conti con una nuova tassa. «È un dato di fatto – termina Maurizio Denitto – che la Cina ha un assetto di concorrenza sleale contro il mercato italiano ed europeo. Lo vediamo dalle piastrelle alle auto passando per la moda. Crediamo che sia giusto colpire questa situazione ma anche che sia giusto proteggere i consumatori: se sui loro smartphone arrivano continue offerte cinesi sottocosto il punto non deve essere punire con una tassa i cittadini, ma evitare l’invasione commerciale del Dragone. Ribaltiamo questo paradigma».