La Nuova Ferrara

Il caso

Lista stupri, c’è la denuncia: «Ora è caccia ai responsabili»

Paola Ducci
Lista stupri, c’è la denuncia: «Ora è caccia ai responsabili»<br type="_moz" />

Il preside Ciccariello: «Abbiamo provveduto alla rimozione delle scritte e intrapreso azioni che stimolino la presa di coscienza nei ragazzi»

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All’indomani della notizia che ha sconvolto la città riguardo ad una “lista di stupri” (ovvero una lista di nomi di ragazze considerate “bersagli sessuali”) comparsa nei bagni dell’Istituto tecnico Fermi, interviene il preside dell’Istituto Gennaro Scotto Ciccariello. La scuola, in ogni caso, non appena venuta a conoscenza del fatto increscioso, aveva immediatamente allertato le forze dell’ordine e avviato le verifiche interne per individuare i responsabili sui quali penderanno sanzioni che sembra non siano ancora state definite. «L’episodio è da considerarsi inaccettabile e la scuola condanna con forza e fermezza qualunque azione violenta, fisica o verbale che sia, discriminatoria o di bullismo nei confronti delle donne, e delle persone in genere ed in generale qualsiasi comportamento che possa offendere la dignità e l’integrità della persona - afferma il preside Ciccariello- A questo riguardo, si conferma che sono già state intraprese tutte le azioni che possano, da un lato, condurre all’individuazione di eventuali responsabilità, e che dall’altro siano utili a stimolare la presa di coscienza da parte dei ragazzi sulle conseguenze dei propri comportamenti. Tempestivamente - continua il dirigente - si è provveduto alla rimozione di tali scritte e alle dovute comunicazioni con i soggetti immediatamente individuabili in modo da consentire ogni più opportuno accertamento». Il dirigente informa che «sarà comunque fornito supporto psicologico per offrire sostegno e assistenza alle studentesse e agli studenti che ne dovessero a qualunque titolo avere bisogno, per sentirsi pienamente accolti e ascoltati dalla nostra comunità educante». Ciccariello non esita a mettere in evidenza che «da sempre l’Itis “Fermi” si impegna quotidianamente a promuovere attività didattiche e divulgative di sensibilizzazione, con particolare attenzione al contrasto al bullismo e alla violenza di genere ponendo particolare enfasi anche al tema del rispetto, attraverso la promozione di specifici percorsi formativi, assemblee e progetti didattici volti alla sensibilizzazione degli studenti sui temi in questione e delle conseguenze legali e sociali di tali comportamenti. Il tutto rafforzando l’educazione civica nei suoi profili di relazione e di formazione affinché simili atteggiamenti non vengano in alcun modo a ripetersi, a giustificarsi e a essere anche solo classificabili come “scherzo” ».

A conferma di ciò - conclude Ciccariello- sarà mia premura, ottenuti tutti gli elementi del caso, condividere con gli organi collegiali interni tutte le ulteriori azioni da poter mettere in campo al fine di ottenere una crescita rispettosa della nostra comunità didattica».

«Quello che è accaduto all’Istituto Fermi è grave e desta preoccupazione - ha aggiunto anche l’assessora all’Istruzione Federica Venturelli- a nome di tutta l’Amministrazione comunale esprimo solidarietà a studentesse, studenti e a tutto il personale scolastico e, in particolare, alle ragazze coinvolte, che non sono sole e hanno le istituzioni dalla loro parte». L’assessora non esita a ringraziare la scuola per aver agito con tempestività, denunciando l’accaduto alle forze dell’ordine. «La scuola – prosegue l’assessora – deve essere uno spazio laico e sicuro; il luogo principale per dibattere, fare prevenzione e divulgare modelli di relazioni sane, basate sulla conoscenza del proprio corpo, sulla propria salute, sul dialogo, sulla parità e sulla libertà di scelta». Per Venturelli: «La scuola deve essere un vero e proprio presidio di democrazia nel momento in cui accoglie la possibilità di essere uno spazio libero in cui tutte e tutti possano avere l'opportunità di confrontarsi su temi complessi come quelli legati alla sfera sessuo-affettiva. Tutti -conclude-dovremmo sentirci responsabili del futuro dei giovani eppure l’Italia rimane uno dei sei Paesi dell’UE in cui non è prevista l’educazione sessuo-affettiva come materia scolastica obbligatoria. Gli altri Stati sono Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia e Romania».l