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Torneo della Montagna, non solo calcio: le società si affrontano a suon di gnocco fritto e panini con la salsiccia

Torneo della Montagna, non solo calcio: le società si affrontano a suon di gnocco fritto e panini con la salsiccia

La sfida non si ferma al campo da gioco, ma arriva anche nelle cucine, dove centinaia di volontari sfamano i tifosi e appassionati sugli spalti

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Un Torneo che non è solo calcio. Certo, proprio come al Palio di Siena, vincere il Montagna ti fa entrare nella storia dell’Appennino, anche perché consente al singolo Comune (o a volte alla frazione) di “regnare” per i mesi seguenti. La storica manifestazione sportiva organizzata dal Csi, però, non è fatta solo di gol e fuorigioco, di errori arbitrali e di prodezze balistiche; al Torneo della Montagna scende in campo letteralmente il paese, che ha così modo di ritrovarsi e far valere la propria identità, a partire dal cibo. Non c’è partita, in questa kermesse estiva, che non sia accompagnata da una preparazione di specialità culinarie tipiche, a partire dal mitico gnocco fritto, prodotto per eccellenza del territorio.

C’è chi, come la conduttrice dell’emittente Teletricolore Morena Colli, ha creato un vero e proprio "torneo del gnocco fritto", per stabilire in quale campo si mangi il prodotto migliore. Decretare il vincitore non è facile. Guardare una partita al Montagna senza gustarsi, prima, durante o dopo, qualcosa da mangiare, è raro e sminuisce la vera dimensione di questo torneo, che non è solo sportiva. A Gatta, frazione di Castelnovo Monti, le "rezdore" sono all’opera ogni domenica: «Dopo il Covid abbiamo creato una nuova sede con la sala cucina - afferma il presidente Elio Marazzi-. Per noi la partita diventa un’occasione di ritrovo, anche perché a Gatta siamo rimasti in pochi a vivere. Mediamente, vengono impastati circa 15 chili di impasto, e ogni chilo serve a realizzare 20-25 pezzi. Il nostro segreto è che il nostro viene fatto in casa e non è surgelato. Anche chi non segue il calcio, viene a prenderlo d’asporto. Durante il quarto di finale, alle 22 era finito tutto a causa dell’alta richiesta».

Baiso, invece, reclama la paternità sul mitico gnocco alla salciccia: «L’acronimo Gs sta per gnocco e salsiccia ed è un brevetto tutto nostro- dice Roberto Panciroli, dirigente gialloblù-. Fu inventato dal nonno dell’attuale sindaco, Ermanno Spezzani, e da allora è immancabile la vendita in occasione delle partite. Tutto è a chilometro zero, prodotto dalle rezdore baisane che si ritrovano per dare una mano. Nella saletta adiacente al campo sportivo, una ventina di volontari tirano il gnocco e friggono la salciccia. Anche i bambini danno una mano, portandolo al bar dove viene venduta». Alcune società si appoggiano alle Pro Loco locali, è il caso del Trinità, altre invece ad organizzazioni esterne.

A Villa Minozzo, fa sapere Vilson Canovi, il gnocco fritto viene preparato nella sede degli Alpini e poi trasferito al campo sportivo. Il servizio ristoro, però, è immancabile in tutto il Crinale e ognuno cerca di fare del proprio meglio per soddisfare le esigenze degli spettatori. «Noi a Roteglia abbiamo inventato un prodotto ad hoc - sostiene il dirigente Alberto Ovi -. Si tratta dell’ormai celebre gnocchicino, un’unione di gnocco e cinque arrosticini di carne di pecora. È un prodotto che piace molto e che affianchiamo a bevute di ogni genere. Da noi, infatti, prima e durante le gare c’è la musica e al bar c’è una ricca offerta, negroni e gin tonic compresi». La partita, conferma il referente dell’Olimpia Roteglia, fa confluire al campo tanti collaboratori: «Ci affidiamo ai nostri volontari, a partire dalle nostre rezdore ma anche all’associazione "Impastapapà", un gruppo di genitori che ci aiuta». La tradizione, unita all’esigenza di trarre guadagno da un punto di vista economico, non riguarda solo la categoria Dilettanti ma anche quella Giovanissimi, Juniores e Amatori. A Casina, per la partita del Torneo dell’Amicizia tra la formazione locale e i campioni in carica della Folese, sono stati infatti venduti 150 panini alla salsiccia