La Nuova Ferrara

Il lutto

La madre di Diego Dodaro, vittima dello schianto di Felina: «La morte di mio figlio a pochi giorni da quella di mio fratello»

Ambra Prati
La madre di Diego Dodaro, vittima dello schianto di Felina: «La morte di mio figlio a pochi giorni da quella di mio fratello»

Lo strazio di Marinella Mammei, mamma del 39enne di Scandiano: «Andava a Castelnovo Monti per una commissione, era tranquillo poi la tragedia»

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Reggio Emilia «Mercoledì scorso il funerale di mio fratello Adriano, lo zio di Diego. Ora anche il mio unico figlio non c’è più. Siamo colpiti da un doppio lutto. Quando ho dovuto dirlo alla nonna 85enne Vanda, che vive con me e alla quale Diego era molto attaccato, perché è cresciuto con lei, si può immaginare il suo dolore: in tre giorni ha seppellito il figlio e il nipote». La voce di Marinella Mammei, madre di Diego Dodaro – il camionista di 38 anni morto sabato in un terribile incidente stradale a Felina – è incrinata dalle lacrime. Quel giorno alle 11.30 Diego, in sella al suo scooterone Yamaha T-Max, stava percorrendo la variante della Statale 63 fuori l’abitato di Felina quando è avvenuto il frontale – forse dovuto a un sorpasso – con una Hyundai guidata da un 28enne di Baiso. L’impatto è stato violentissimo e non ha lasciato scampo a Diego: inutile il lungo tentativo di rianimazione da parte dei volontari della Croce Rossa di Carpineti e dei medici dell’elisoccorso. La salma è stata composta all’obitorio di Castelnovo Monti, in attesa del nulla osta della Procura, che oggi deciderà se eseguire o meno l’autopsia anche se purtroppo la causa del decesso è chiara.

«Quella mattina Diego stava andando a Castelnovo per una commissione per conto della compagna – racconta la mamma –. Il giorno precedente, venerdì, ha svuotato con il furgone insieme a un amico la casa dello zio. Visto che il furgone era carico aveva preso lo scooter, che usava spesso, come mi ha detto per telefono venerdì sera e sabato mattina, quando ci siamo sentiti. Era tranquillo, pareva una giornata come tante altre. La sera sarebbe venuto a cena a casa nostra. Invece ci hanno chiamato i carabinieri...». La tragedia è avvenuta due settimane prima del compleanno di Diego, che il 28 settembre avrebbe compiuto 39 anni. «Non ne avevamo ancora parlato, di solito festeggiavamo tra noi familiari con un pranzo al ristorante». Nato e cresciuto a Ventoso di Scandiano, dopo le scuole medie a Viano e le superiori al Gobetti di Scandiano, Diego aveva iniziato a lavorare. «È sempre stato appassionato di motori, fin da piccolo: fare il camionista per lui è stato naturale». Coltivando la passione per le corse di rally (ha gareggiato prima per la Maranello e poi per il Motoracing Team di Felina), Diego ha lavorato per quasi 15 anni alla Autotrasporti Rivi Srl di Scandiano. «Da un anno aveva cambiato impiego andando alla Gimax, azienda di autotrasporti con sede a Gatta: era contento, si trovava molto bene». Convivente con la compagna Rosanna a Carpineti, originaria del paese, il progetto per il futuro di Diego aveva un nome: la casa. «Da qualche tempo aveva comprato un’abitazione da ristrutturare a Carpineti, in via Baiso per andare verso il capoluogo montano, con tanto verde intorno: ci aveva portato i suoi cani di razza boxer, che amava tanto, e passava lì a fare lavoretti tutto il suo tempo libero. Voleva portarmi ad abitare là, per stare vicini: mi aveva quasi convinta – prosegue la mamma –. Non vedeva l’ora di entrarci. Ci ha messo l’anima, in quella casa. Non parlava d’altro, era il suo sogno: un sogno che purtroppo non è riuscito a coronare». La voce si incrina di nuovo quando cerca di descrivere il carattere di Diego. «Solare, buonissimo, con tanti amici, sempre pronto ad aiutare gli altri. Questo era mio figlio». E con un sorriso aperto e disarmante, come lo hanno ricordato gli amici in una marea di messaggi di cordoglio sui social. «Non è giusto, un destino cosi infame non lo meritavi assolutamente – scrive un’amica –. Non tu, sempre buono e sorridente, con i tuoi occhioni blu e la battuta pronta. Io ti abbraccio forte ovunque tu sia e dai tanta forza alla tua mamma». l © RIPRODUZIONE RISERVATA