Furto d’identità: multe, bollette e minacce di recupero crediti. La storia di Manuela che ha denunciato tutto
Reggio Emilia: all’agente di viaggio sono arrivate somme ingenti da pagare, compreso la comunicazione di un’azienda di recupero credito
Reggio Emilia Prima è arrivata la multa che, in realtà, non aveva mai preso. Poi le bollette: una somma ingente da pagare, richiesta da un gestore con il quale però lei non aveva mai fatto un contratto. L’agente di viaggi reggiana Manuela Cocchi ha assistito, suo malgrado, al furto della sua identità con tutte le conseguenze che possono derivarne. «Tutto è iniziato nel 2023, quando ho ricevuto una multa, a dicembre, da Como. C’è un particolare importante, però: io non ero mai andata a Como. In quel periodo mi trovavo a Catania per lavoro, proprio in quei giorni – ripercorre Manuela, consigliata, relativamente al caso, dall’avvocato Vittorio Spagni –. Quella è stata la mia fortuna, perché se fossi stata a casa sarebbe stato difficile dimostrare il raggiro. Invece, grazie alla ricevuta tracciata dell’hotel in cui ero alloggiata in Sicilia ho potuto provare che non potevo essere io ad avere preso la multa. La sanzione era stata inflitta con il mio nome e il mio codice fiscale su una macchina appartenente al servizio di car sharing, noleggiata da una persona della quale non mi è stata rivelata l’identità per ragioni di privacy».
Manuela non ha pagato la multa e ha sporto denuncia in questura per furto d’identità. Il secondo episodio si è verificato nel maggio scorso. «Quando ho effettuato un cambio di fornitore di energia elettrica – continua Cocchi –. Il fornitore mi ha mandato i dati, solo che al posto del mio indirizzo ce n’era uno di Milano. Mi si è accesa la lampadina, ricordando l’episodio della multa. Ho fatto presente di avere già sporto denuncia e mi sono stati ripristinati i dati corretti. Nel frattempo sono tornata in questura per aggiornare la denuncia, dato che i miei dati erano stati usati anche per aprire un’utenza domestica di energia elettrica. E mi sono allarmata molto: e se con i miei dati qualcuno facesse un documento falso e commettesse reati gravi?». L’apice viene toccato nell’estate appena trascorsa: «Mi è arrivata una lettera da un’azienda di recupero credito – rivela Manuela –. Si trattava di una diffida per il pagamento di oltre duemila euro di bollette del fornitore di energia andate tutte insolute: io non avevo mai avuto quel fornitore in vita mia, però. Guarda caso, la prima bolletta segnalata come insoluta corrispondeva come date all’utenza di Milano: è arrivata esattamente un mese dopo. La diffida si riferiva alle bollette dal 2023 al 2025, tutte insolute, che ovviamente non mi riguardano. Ho mandato una Pec all’azienda di recupero crediti e anche una mail normale, spiegando che non ero io». Manuela ha di nuovo aggiornato la denuncia alla polizia postale. «Faccio questo anche per dare un messaggio ad altri che si possono trovare nella mia situazione e indicare loro di denunciare». l