La Nuova Ferrara

Reggio Emilia

Pillola abortiva nei consultori. «Obiettori? Nessun ostacolo»

Alice Benatti
Pillola abortiva nei consultori. «Obiettori? Nessun ostacolo»

Daniela Bertani, referente Ausl provinciale, sull’introduzione della Ru486: «In ottobre non partiremo dalla città ma da un distretto periferico»

04 ottobre 2022
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Reggio Emilia Nelle prossime settimane la pillola abortiva Ru486 arriverà nei consultori di tutte le province dell’Emilia-Romagna. Dunque anche a Reggio Emilia. Abbiamo chiesto alla dottoressa Daniela Bertani, referente aziendale dei consultori dell’Ausl provinciale, di fare un po’ di chiarezza sull’argomento.

Dottoressa, qual è la differenza fra pillola del giorno dopo e la Ru486?

«La pillola del giorno dopo non è abortiva: va presa entro 72 ore dal rapporto sessuale a rischio ma non sappiamo se c’è effettivamente una gravidanza in atto. Stessa cosa vale per la pillola dei 5 giorni dopo, un pochino più efficace della prima, che rimane nell’ambito della contraccezione d’emergenza. Può essere acquistata direttamente in farmacia senza la ricetta del medico, dal 2020 anche da parte delle minorenni. Vediamo infatti che le donne si rivolgono meno ai consultori per richiedere questi farmaci. La Ru486 è invece uno dei metodi possibili per l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG)».

Come funziona oggi per le donne che intendono intraprendere un percorso di interruzione volontaria di gravidanza farmacologica?

«Prima di tutto quando una donna si rivolge a noi chiediamo le motivazioni di questa volontà, dato che a volte dietro ci possono essere ragioni economiche o abitative. In questo caso cerchiamo di capire se è possibile aiutarla dato che collaboriamo con tante associazioni di volontariato. Nel momento in cui capiamo invece che è davvero il suo desiderio, attualmente la inviamo in ospedale con il certificato per l’interruzione volontaria di gravidanza, proponendole al contempo quella che sarà la sua contraccezione futura. Per semplificare: mentre le organizziamo il ricovero ospedaliero valutiamo quale contraccettivo dovrà assumere per proteggersi da future gravidanze indesiderate. Inoltre fissiamo un incontro in consultorio per tornare a parlare di contraccezione».

Con la Ru486 distribuita nei consultori come potrà cambiare ora il percorso?

«Dopo la settimana che, per legge, deve passare tra il rilascio del certificato e l’inizio della procedura, la donna potrà decidere se tornare direttamente nei nostri consultori per procedere con l’aborto farmacologico o se andare in ospedale. Nel primo caso prenderà qui la prima pillola abortiva e dopo 48 ore quella successiva».

La Regione ha deciso di escludere da questa possibilità le minorenni, che dovranno continuare ad andare in ospedale. Che ne pensa?

«La Regione agisce sempre nell’ambito della massima sicurezza. Per il minore questo percorso è particolare: serve il consenso di entrambi i genitori o quello del tribunale dei minori. Trattandosi di un protocollo sperimentale, credo che restringere questa possibilità a una fascia della popolazione, le maggiorenni, possa essere una buona cosa. Anche per capire quanto effettivamente le donne sceglieranno di venire da noi».

In quali consultori della nostra provincia sarà disponibile la pillola abortiva?

«Per il momento posso dire che non partiremo da Reggio città ma da un distretto periferico».

Bonaccini ha sottolineato che in Emilia-Romagna le interruzione volontarie di gravidanza continuano a diminuire. Dietro le righe: facilitarne l’accesso non si traduce in un aumento delle stesse. È d’accordo?

«Certo. Andare più vicino alle donne non significa ampliare la platea delle donne che le richiedono. I consultori sono già un punto di riferimento per le donne. Calcoli che nella nostra realtà sono i luoghi che emettono l’80% dei certificati. Perciò questa presa in carico completa credo sia molto importante. Nei nostri consultori promuoviamo molto il discorso della contraccezione proprio con il fine ultimo di ridurre la pratica abortiva».

“Non una di meno” ha prodotto una mappatura dell’obiezione di coscienza nei consultori reggiani, al primo posto in regione per incidenza di obiettori tra il personale non medico. Come commenta questi dati?

«Nella nostra realtà il fatto di avere personale obiettore non ha mai creato ostacolo nel rilascio della certificazione Ivg né a livello ospedaliero, dove non ci sono difficoltà nell’affrontare il percorso. Pensando di fare l’Ivg in consultorio bisognerà vedere ma credo che la situazione sarà assolutamente gestibile e affrontabile, anche con la rotazione del personale».