La Nuova Ferrara

La storia

Lavora 5 mesi gratis come pensionato e salva l’ufficio tecnico di Montecreto

di Daniele Montanari
Lavora 5 mesi gratis come pensionato e salva l’ufficio tecnico di Montecreto

Il grazie del piccolo Comune dell'Appennino all’ingegner Angelo Villa

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MONTECRETO. Da pensionato, decide di lavorare gratis, con le responsabilità di un ruolo di vertice, facendosi 140 chilometri al giorno per cinque mesi per salvare un piccolo Comune della montagna di Modena dalla perdita di milioni di contributi. È la storia di Angelo Villa, ingegnere in passato a capo della Viabilità in Provincia, che a 70 anni si è messo al servizio di Montecreto. E nell’ultimo Consiglio il sindaco Leandro Bonucchi, assieme al resto del gruppo, ha voluto dirgli un semplice ma sentito grazie con una targa: «Montecreto non dimenticherà quello che ha fatto per noi» sottolinea Bonucchi.

Villa, ma com’è nato tutto?

«È successo che a dicembre il sindaco di Montecreto mi ha contattato perché il responsabile dell’Ufficio tecnico era andato via e il Comune dal 1° gennaio si sarebbe trovato senza la figura chiave per gestire 8-9 milioni di investimenti, legati anche al Pnrr. Era una situazione difficilissima. Allora ho detto subito di sì».

A cosa?

«A ricoprire fino alla scadenza del suo mandato, il 31 maggio, l’incarico come collaboratore volontario, con solo il rimborso benzina. Nel pubblico da pensionato potevo ricoprire quel ruolo solo in questi termini, gratis».

E ha detto di sì?

«Certo, non ci ho pensato due volte. Non potevo lasciare a piedi sul più bello un Comune che aveva fatto tanto per raccogliere fior di contributi sui progetti, e devo dire che il sindaco Bonucchi è stato veramente bravo in questo. Io amo la montagna, e a Montecreto resto legato in modo particolare dagli otto anni, dal 1986 al 1994, in cui ho lavorato alla galleria di Strettara come direttore dei lavori, un’esperienza impegnativa ma straordinaria».

E com’è stato il ritorno?

«Da 70enne, come Robert De Niro dello “Stagista inaspettato”. A parte gli scherzi, era da 15 anni che non mi occupavo di enti pubblici, e le regole sono cambiate. Una volta avevi un bilancio, decidevi come spendere i soldi e finiva lì. Adesso bisogna rendicontare tutto sui progetti. È più complicato da gestire, si perde più tempo, ma alla fine direi di essermela cavata, salvando un milione solo di contributi per far fronte al dissesto idrogeologico, arrivati dal generale Figliuolo. Ed è stato bello anche perché ho potuto affiancare una giovane e promettente ingegnere (Alessia Bagatti di Pieve, ndr) che non aveva esperienza negli enti pubblici ma che adesso è pronta a prendere il mio posto a Montecreto, assicurando un futuro a un ufficio cruciale».

Ma ne valeva la pena?

«Economicamente certo no, è stato un disastro. Non solo perché non ero pagato, ma anche perché ho dovuto lavorare sette giorni su sette trascurando le collaborazioni, anche internazionali, che ho da anni nel privato. Ma lo rifarei subito. La montagna deve essere difesa e tutelata, è un ambiente fragile e prezioso. Ognuno deve dare una mano come può, e io sono contento di averlo fatto con quello che ero in grado di fare».