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Economia

Il grido d’allarme delle imprese modenesi: fatturato in calo del 2,4%

Il grido d’allarme delle imprese modenesi: fatturato in calo del 2,4%

Il report di Lapam su quasi 4mila realtà della provincia di Modena: «Serve sostegno»

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MODENA. Un fatturato complessivo di 5,5 miliardi di euro, in calo del 2,4 per cento rispetto al primo semestre 2023. È il principale dato fotografato dall’ufficio studi Lapam Confartigianato su un’indagine relativa al fatturato nei primi sei mesi del 2024 su un campione di 3.830 imprese associate. Tra queste, le imprese modenesi, come emerge dal quadro, vedono un calo di fatturato meno accentuato pari all’1,4 per cento.

Il campione
L’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato ha suddiviso il campione in base a sei principali macrosettori di attività: manifattura, costruzioni, servizi alle imprese, servizi alle persone, alloggio e ristorazione e infine commercio e autoriparazione.

Manifattura
Per quanto concerne la manifattura, il comparto segna il calo più accentuato registrando un -16,5 per cento del valore del fatturato rispetto al primo semestre 2023. Nel dettaglio, tra i principali settori maggiormente rappresentati, le imprese della fabbricazione di prodotti in metallo segnano un -24,4 per cento. Allargando all’intero comparto della meccanica (tra cui rientra oltre alla fabbricazione di prodotti in metallo anche la fabbricazione di macchinari e la riparazione, manutenzione e installazione di macchinari) si osserva un calo del 20,7 per cento.

Moda e costruzioni
Il comparto della moda (che comprende tessile, abbigliamento e calzature) segna un -9,1 per cento rispetto al primo semestre 2023. Le costruzioni risultano essere il secondo comparto con il calo di fatturato più marcato evidenziando un -6,2 per cento. Il campione di questo settore è composto da imprese che si occupano di completamento e finitura di edifici, come posatori e imbianchini, che osservano un calo del 5,7 per cento del fatturato, da impiantisti (installazione di impianti elettrici, idraulici, ed altri lavori di costruzione e installazione) che segnano un -6,3 per cento e da imprese che si occupano di costruzione di edifici residenziali e non che registrano un più marcato -14,8 per cento.

I servizi
Cresce, invece, il fatturato dei servizi con differenze tra i vari settori.
I servizi alle imprese vedono crescere complessivamente il fatturato del primo semestre 2024 dell’1,9 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Entrando nel dettaglio tra i principali settori, le attività immobiliari segnano un -5,7 per cento del fatturato, mentre le imprese del trasporto merci e passeggeri vedono un calo dell’1,1 per cento. Di queste però il trasporto di merci su strada (che rappresenta la maggior parte di questa tipologia di imprese) segna un +0,4 per cento.

Tra i servizi alle persone il fatturato è cresciuto del 3 per cento. Vi fanno parte i servizi dei parrucchieri e altri trattamenti estetici che registrano un +3,9 per cento. Al contrario vedono un calo del 2,8 per cento le imprese dell’assistenza sanitaria.
Il comparto alloggio e ristorazione registra complessivamente un +4,7 per cento. Tra questi, trainano la crescita i ristoranti con un +6,9 per cento, mentre i bar e altri esercizi simili senza cucina segnano un contenuto +1,8 per cento.
Il settore del commercio e autoriparazione registra l’incremento maggiore di fatturato con un +7,9 per cento, trainato dal commercio all’ingrosso (+21,4 per cento) e dall’autoriparazione (+11,4 per cento), mentre il commercio al dettaglio è in calo del 2,8 per cento. Nel dettaglio si osserva una crescita del fatturato dell’11,6 per cento nella manutenzione e riparazione di autoveicoli, gli intermediari del commercio vedono un +40,9 per cento, mentre il commercio al dettaglio di altri prodotti in esercizi specializzati cresce dell’1,1 per cento.

Le imprese
Considerando la dimensione aziendale delle imprese con dipendenti, risultano avere una crescita del fatturato soltanto le micro imprese con 1-4 dipendenti (+1,5 per cento), che rappresentano il 67,4 per cento del campione in esame. Al contrario, si osservano variazioni negative sia per le micro imprese con più di 5 dipendenti ma meno di 10 (-4,1 per cento) che tra le piccole imprese con 10-49 dipendenti (-8,1 per cento) che sono prevalentemente manifatturiere.

Le conclusioni
«L’analisi dei dati ci permette di avere un quadro ben chiaro della situazione che le nostre imprese stanno attraversando e ci permette di capire quale strada si deve intraprendere – commenta Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato –. I numeri parlano chiaro: abbiamo bisogno di sostegno, di misure concrete per invertire dei trend che, in alcuni settori come la moda e la meccanica, sono davvero preoccupanti. Non possiamo permettere che il tessuto socio economico del territorio si impoverisca di quelle micro, piccole e medie imprese che rappresentano le eccellenze dell’area e realizzano prodotti di fama internazionale. Per promuovere l’importanza del lavoro autonomo e per divulgare il valore delle piccole realtà lavorative, come associazione ci stiamo muovendo con le scuole per sensibilizzare i ragazzi e i giovani di oggi, lavoratori del domani, su quanto siano fondamentali le attività del territorio e su quanto sia necessario preservarle. Abbiamo bisogno dell’aiuto anche dei decisori politici, affinché si salvaguardino le imprese e si sostenga davvero il lavoro, fonte di ricchezza e benessere di aree intere».