Tanti auguri trenino del parco: da sessant’anni fa sognare a Modena
Festa grande al parco delle Rimembranze. Mazzanti: «In estate daremo vita a tutta l’area»
MODENA. «Un giro in trenino! Avrò avuto sì e no tre anni e al solo pensiero mi emozionavo. Temevo però la galleria, motivo per cui costringevo papà a salire con me. Ricordo che lui, alto un metro e novanta, si accartocciava pur di starmi accanto. Allora il trenino correva al Parco Ducale lungo un percorso più articolato rispetto a quello attuale. Ogni volta partivamo per un nuovo viaggio meraviglioso tra curve reali e sogni ad occhi aperti».
Così Onoria Mazzanti che da 37 anni guida la locomotiva del mitico, stoico e storico piccolo treno che lo scorso febbraio ha compiuto 60 anni. E che, nonostante sia stato costruito nel 1965, continua a macinare chilometri correndo lungo binari al parco delle Rimembranze confermandosi un baluardo tanto per i piccoli modenesi (e non solo) quanto per gli stessi genitori. Che, come sottolinea Onoria, “un tempo sono stati miei ospiti”.
Onoria, puoi narrarci la genesi di questa attrazione dal fascino intramontabile?
«Certo. L’idea fu di Adelmo Venturelli, agente di commercio che, durante una vacanza sul Lago Maggiore, vide per la prima volta un “convoglio ferroviario” a misura di fanciullo e ne restò incantato. Entusiasta, pensò bene di realizzarne un fac-simile nella sua città, Modena appunto. Io non ho avuto il piacere di incontrare Adelmo poiché è scomparso nel 1977 a soli 43 anni. Chi lo ha conosciuto ne tesse le lodi: una bella persona, innamoratissimo della moglie Illeana (ndr. Illeana con 2 l, non è un refuso) e dei figli Tiziano e Tiziana. Una tipica famiglia modenese accogliente, generosa sempre pronta a dispensare calore».
Chi ha realizzato l’idea di Adelmo?
«Davide Barbieri, fabbro dalle mani d’oro con la testa di un ingegnere meccanico e Franco Brighenti, elettricista, il solo ancora in vita. Nonostante la veneranda età (penso che sia più vicino ai 90 che agli 80), Franco gira sempre in bicicletta. Solare e vulcanico, è in grado di mettere a norma impianti obsoleti divertendosi moltissimo. Entrambi appassionati del proprio lavoro, pensarono bene di costruire addirittura tre trenini di cui uno fu spedito a Reggio Emilia. Il primo viaggio del trenino risale al febbraio del 1965. Lo potete vedere nella prima delle foto storiche che vi ho mandato. La seconda invece è stata scattata “di rapina”: aneddotica vuole infatti che Adelmo fosse restio ad essere immortalato, eppure qualcuno lo fotografò mentre guidava la locomotiva. Nel 1982 il trenino dovette abbandonare il Parco Ducale a causa di una ristrutturazione che mirava a restituire i giardini all’epoca settecentesca. Venne dunque “parcheggiato” in Piazza D’Armi (poi Novi Sad) sino al 1985, anno in cui trovò il suo definitivo “locus amoenus” nell’attuale fazzoletto di prato dei viali. Mio padre, Walter Mazzanti, che militava nel settore edile, aiutò Tiziano Venturelli a posare i binari fidandosi del suo occhio eccezionale allenato nei cantieri. Quando comprammo l’impianto? Nel 1988. In tandem con il suo carissimo amico Lino Corradi, marmista e scultore, è sempre stato papà ad occuparsi della manutenzione. L’ho perso due anni fa ed ho sofferto moltissimo. Io sono rimasta orfana di madre a soli 4 anni e lui è stato magnifico nel farsi carico del doppio ruolo padre madre».
È vero che per lavorare con i bambini hai rinunciato a laurearti in chimica?
«Vero. Per restare in tema, ho perso il treno all’Università. Ma la chimica continua ad essere parte di me, ho avuto professori eccezionali, appassionati e capaci di appassionare. Se avessi proseguito gli studi oggi lavorerei nell’ambito della chimica ambientale. Epperò la vita mi ha portato a prendermi cura dei bambini, ho insegnato nuoto per un periodo assai breve per poi cimentarmi in veste di bagnina. Avevo un forte ascendente sui ragazzini, mi chiamavano capo, ero autorevole ma dispensavo sempre un sorriso tanto che tutti si rivolgevano alla sottoscritta per qualsiasi cosa. Ricordo un bimbo di Napoli che frequentava la piscina e che, una volta cresciuto, ha inciso un disco e me lo ha portato al trenino come regalo. Certo, anche i miei figli hanno “pagato” il biglietto quando erano piccoli e si sono lasciati cullare dalla fantasia immaginando chissà quale avventura mentre sbucavano dalla galleria. Marianna oggi ha 25 anni, studia Ingegneria Informatica ed il suo interesse primario è l’Intelligenza Artificiale. Passerà l’inverno a Trondheim, in Norvegia, come studentessa Erasmus. Inoltre da otto anni recita in teatro in lingua inglese sotto l’egida di una bravissima attrice -insegnante australiana della Tasmania, Jane Reed, cui si deve il progetto English Workshop Theatre. Leonardo, fratello di Marianna, ha 21 anni e studia ingegneria meccanica con ottimi risultati. Sta per laurearsi ed è carico come una molla. Sì, sono molto orgogliosa di entrambi».
Parteciperanno alla festa per il sessantesimo del trenino in calendario sabato 10 maggio?
«Purtroppo non potranno esserci ma so che mi penseranno e immagineranno quanto sarà elettrizzante per tutti i bambini e le loro famiglie. Giochi con la sabbia e con le bolle, coperte stese nell’erba, palloncini con frasi ad hoc e una locomotiva addobbata come si conviene. E ulteriori sorprese…»
Pensa che l’estate 2025 regalerà sogni di ampio respiro?
«Sono convinta che sarà una bella estate anche per i più piccini: lo Zooky Cafè ha lanciato la proposta di chiamare alcuni animatori ad hoc per coinvolgere i bambini e le famiglie in diverse attività, ad esempio “truccabimbi”. L’intenzione è quella di restituire vitalità al parco non solo sfruttando l’ora dell’aperitivo. C’è ancora molto da fare ma è una suggestione che sembra raccogliere ovunque consensi – da Bobotti sono andata di persona e si sono resi disponibili – e credo che funzionerà. Diventeremo un’ulteriore attrazione anche per i turisti stranieri, già peraltro numerosi».
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