La Nuova Ferrara

L’anniversario

I cento anni di Giorgio Fini, l’artista della tavola che rese grande Modena nel mondo

di Giovanni Medici

	Giorgio Fini nacque il 19 giugno 1925
Giorgio Fini nacque il 19 giugno 1925

L’imprenditore modenese nacque il 19 giugno 1925 e morì 70 anni dopo, nel dicembre del 1995: dopo aver ereditato le attività del padre Telesoforo iniziò a commercializzare i prodotti tipici modenesi all’estero, dai tortellini allo zampone. Così nacque il suo impero

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MODENA. Ferrari, Pavarotti, Panini e Fini: negli anni Ottanta erano questi i “quattro moschettieri” di Modena, i cognomi che portavano nel mondo la nostra città. Giorgio Fini, nato esattamente un secolo fa, il 19 giugno del 1925, ha certamente contribuito a far conoscere i nostri cavalli di battaglia gastronomici in ogni dove, mantenendo alta la qualità dei prodotti. Dei quattro moschettieri che citavamo all’inizio però forse è anche quello meno noto ai modenesi di oggi. Non per chi lo ha conosciuto, che continua a serbare di lui un ottimo ricordo come uomo e imprenditore. La vita e la parabola imprenditoriale di Fini, scomparso a Roma nel dicembre 1995 (del suo decesso ne scrisse anche il New York Times), è diventata nel 2020 un documentario della durata di 40 minuti, scritto, prodotto e diretto dal giornalista Marco Amendola.

La storia
Tutto ebbe inizio nel 1912, con la Premiata salumeria Telesforo Fini in corso Canalchiaro, fondata dal padre (morto nel 1971) e dalla madre Giuditta. Il rinomato ristorante Fini (la Guida Michelin alla fine degli anni Sessanta gli assegnò la seconda stella), nato negli anni Trenta nel retro della salumeria di famiglia divenne nel secondo dopoguerra un punto di riferimento per celebrità come Ingrid Bergman, la regina Soraya, il re del Belgio Leopoldo, Sophia Loren, Roberto Rossellini. E poi Senna, Baggio, Montanelli, Biagi, Paul Newman, Gorbaciov, perfino il futuro Papa Giovanni XXIII. Se arrivavano sotto la Ghirlandina, tutti mangiavano da Fini, che nel logo portava un leoncino rampante stilizzato. Già negli anni Venti del secolo scorso Telesforo Fini aveva aperto poi una gastronomia di fronte a San Biagio in via Emilia (alienata a fine anni Ottanta), e negli anni Quaranta un laboratorio per la lavorazione della carne a Castelnuovo: durante la Resistenza, aiutando con aiuti alimentari i partigiani, finì sotto sorveglianza da parte del regime. Nel 1960 venne inaugurato in Rua Frati Minori l’hotel Fini, che arrivò ad occupare 120 dipendenti nel 1967. Luciano Pavarotti festeggiò il suo matrimonio con Adua Veroni proprio dal suo amico Giorgio, che da tempo aveva affiancato il padre nelle sue attività.

L’ “industrializzazione”

Nel 1975 venne poi costruita la fabbrica di via Albareto, proprio dove sorgeva un tempo la casa di Telesforo e Giuditta, in località Mulini Nuovi. È così che i prodotti modenesi ed emiliani diventarono famosi in tutto il mondo, grazie al fatto che Giorgio Fini ebbe l’intuizione di “industrializzarli” e commercializzarli, anche all’estero: tortellini, zampone, lo stesso Aceto Balsamico Tradizionale, di cui ben pochi conoscevano l’esistenza fuori dai nostri confini.

L’ascesa

La prima Acetaia moderna, si dice, fu proprio quella di Giulietta, sorella di Giorgio. I prodotti con il marchio Fini si potevano poi trovare anche sulle autostrade, negli omonimi Grill nelle aree di servizio Agip, il primo dei quali inaugurato nel 1961 proprio nel tratto modenese dell’Autosole: ad esso ne seguirono in poco tempo altri cinque più uno allo scalo di Linate.

«The salami king»

Giorgio Fini negli Stati Uniti era noto come “The salami king” e la squadra di pallavolo femminile cittadina, il G.S. Fini Modena, da lui sponsorizzata, in sette anni, dal 1966 al 1973, vinse quattro titoli italiani. All’hotel vicino a San Francesco si affiancò poi il nuovo Real Fini di via Emilia est, inaugurato nel 1975 (prima aveva sede in largo Garibaldi, era il Reale). Giorgio Fini guidava all’epoca un piccolo impero.

La biografia

Laureato in Medicina (ma non esercitò mai), Fini ricoprì importanti ruoli nella Banca Popolare dell’Emilia, ed ebbe due figli da Augusta Benassati (scomparsa nel 2016), Vittorio ed Annamaria. Vittorio entrò ufficialmente in azienda all’inizio degli anni Ottanta e la guidò sino alla cessione del marchio e della produzione industriale alla Kraft nel 1989. Fu anche presidente di Confindustria Modena dal 2003 al 2009 e vicepresidente della Banca Popolare dell’Emilia. Annamaria Fini invece nel 2000 ha acquistato il ristorante Baia del Re, luogo da almeno cent’anni vocato alla gastronomia, proprio di fronte all’entrata dell’A1, oggi Hotel Real Fini Baia del Re, gestito dai figli Maria Elena ed Andrea Balli: qui si trovano sempre i tortellini in brodo, il carrello dei bolliti (tranne che in estate) e la zuppa inglese che tanto successo riscossero nel ristorante dei nonni Giorgio ed Augusta. E sono tante le foto storiche visibili sulle pareti del locale di San Donnino. Due porte originali del Fini di Rua Frati Minori danno un tocco suggestivo all’ambiente.

L’impero costruito negli anni

Con la vendita alla Kraft delle attività industriali l’impero costruito da Telesforo e Giorgio Fini iniziò a sfaldarsi: l’albergo di via Emilia Est venne venduto dalla famiglia nel 2012, ed è oggi di proprietà di Bper Banca, diventato un B&B hotels con 90 camere gestito dall’omonima società francese. Nel 2018 quello di Rua Frati Minori, chiuso nel 2009, è stato invece battuto all’asta e oggi è un hotel a cinque stelle di proprietà della holding che fa capo a Gianpiero Samorì. La storica sede della salumeria di Telesforo Fini in corso Canalchiaro 139 venne ceduta dalla famiglia nel 2014 e chiuse poco dopo, così come la Dispensa di Giuditta nata proprio di fronte, mentre nel 2009 aveva terminato l’attività lo storico ristorante, dove vicino l’ingresso si poteva notare un’opera del disegnatore Cleto Tomba, Il banchetto. La Fini Fast, arrivata a contare su 26 punti vendita in autostrada, fu ceduta infine nel 2007. La Bottega San Francesco riaperta da poco in corso Canalchiaro, è condotta da Marco Olivi Mocenigo, componente della famiglia proprietaria del palazzo che affittò a Telesforo Fini il suo negozio nel 1912.