Uccelli che arrivano da Africa e America: il cielo di Carpi cambia colore
La città invasa da nuove specie esotiche che attirano turisti e la curiosità dei cittadini
CARPI. Da qualche anno a questa parte, i cieli e i giardini carpigiani non sono più popolati solo da storni e passeri: tra le fronde si odono ormai spesso versi acuti e vibranti, quelli dei tipici pappagalli verdi, come il parrocchetto dal collare e il parrocchetto monaco. Queste specie, originarie rispettivamente dell’Africa e dell’America Meridionale, colonizzano sempre più anche il nostro territorio. Come accaduto a Bologna, Roma e Genova, dove sono migliaia gli esemplari, anche a Carpi si registrano segnalazioni crescenti segnalazioni di stormi chiassosi e colorati, che si aggirano tra parchi pubblici, frutteti e filari. Ma non sono solo i parrocchetti a testimoniare questo cambiamento affascinante: sempre più spesso, nelle campagne circostanti la città, vengono avvistati esemplari esotici come l’ibis sacro, un uccello bianco dalle lunghe zampe e dal caratteristico becco ricurvo, simbolo della divinità Thoth nell’antico Egitto.
Le novità
Una presenza ormai stabile in Emilia-Romagna, che a Carpi trova habitat favorevoli lungo i canali e le zone umide di bonifica. E non è finita qui. Lo scorso maggio, l’Oasi La Francesca di Fossoli ha regalato uno spettacolo davvero raro per le nostre latitudini: una sosta di fenicotteri rosa, che hanno scelto la quiete dello specchio d’acqua carpigiano come tappa intermedia nel loro viaggio migratorio. Gli esperti spiegano che il cambiamento climatico, la perdita di habitat naturali e l’espansione delle aree agricole e urbane stanno ridefinendo gli equilibri faunistici anche in Pianura Padana. Alcune specie autoctone arretrano, altre, più adattabili o provenienti da lontano, trovano spazi idonei e si insediano. Se da un lato questa “invasione” regala suggestioni esotiche e meraviglia, dall’altro impone anche riflessioni. Alcune specie alloctone, come i parrocchetti e gli ibis sacri, competono con la fauna locale per cibo e nidi e possono danneggiare le colture. Le associazioni ambientaliste raccomandano di osservare e monitorare questi fenomeni senza allarmismi, ma con la consapevolezza che il patrimonio naturale carpigiano va gestito con equilibrio, tutelando la biodiversità e prevenendo impatti eccessivi su agricoltura e specie autoctone.
In città
Nel frattempo, i cieli di Carpi offrono un quadro sempre più multicolore e cosmopolita, che incuriosisce residenti e turisti, trasformando parchi e oasi in palcoscenici naturali per chi ama fotografare e osservare gli uccelli. L’invito è quello di alzare lo sguardo e imparare a riconoscere questi nuovi ospiti alati: il canto squillante di un parrocchetto tra i tigli del parco, la silhouette elegante di un ibis al tramonto, la danza dei fenicotteri nell’acqua. Tutti con il naso all’insù, allora, ma anche con la mente aperta ai cambiamenti e alle riflessioni che questi segni della natura portano con sé.