Piazza Sant'Agostino pedonalizzato? I modenesi approvano, ma c’è chi dice no
Qualche negoziante vorrebbe di nuovo i parcheggi «perché erano comodi per i clienti». Ma la nuova area, ora senza più macchine e caos, convince chi frequenta il centro: «Potrebbe diventare una succursale di piazza Roma»
MODENA. C’era una scia di luce tiepida ieri sera su largo Sant’Agostino quando Elio Germano e Teho Teardo hanno portato in scena la giovinezza pasoliniana davanti a una piazza mutata: niente auto, niente parcheggi, niente viavai quotidiano. Solo sedie, un palco e una Modena diversa, che si guarda riflessa in questa nuova pelle estiva, e che ora si interroga, vivendo quella trasformazione temporanea che ha tolto i parcheggi fino a settembre per far posto alla cultura. E alle persone. Sul tema c’è una Modena divisa, ma viva.
Cosa ne pensano i modenesi
«Cosa ne penso? Spazio ai concerti e niente più macchine – afferma Paola Dugoni, che a due passi dalla piazza ha il suo storico negozio Dugoni calzature –. Ovvio che questo progetto può nuocere a chi cerca di parcheggiare il più vicino possibile, soprattutto le persone che hanno difficoltà a camminare. Però io sono più favorevole a creare eventi: la città ne guadagna. Avere una piazza che non sia un parcheggio è meglio, sia a livello visivo che di qualità dell'immagine».
A farle eco c'è Fabio Formenton, dell’omonima gioielleria: «A me piace. È bene fare qualcosa per abbellire anche questa parte del centro che è un po' dimenticata. Mi spiego: noi siamo il pezzo di via Emilia che serve per arrivare al cuore del centro, siamo di passaggio. Credo quindi che creare una piazzetta con alberi e panchine, anche dopo settembre, potrebbe darci una grande mano». Ma c’è anche chi, con pari decisione, è contrario.
C’è chi dice no
È Luca Roversi, proprietario del negozio Parrucchiere Roberto: «Ci sono tante piazzette libere a Modena per fare aggregazione, e non credo avrebbero dovuto toccare Sant’Agostino, che era strategica per i parcheggi – commenta –. Il mio è un servizio per cui c’è bisogno di prendere un appuntamento e venire apposta. Molti clienti erano comodi a lasciare la macchina lì. Ora avrebbero solo il Novi Sad, ma non ci vogliono parcheggiare perché non si sentono al sicuro. E quindi noi esercenti ci rimettiamo».
La questione torna anche nelle parole amare del modenese Germano Malagoli: «Lo dico da cittadino: ora c’è bisogno di risolvere altri problemi, bisogna prima pensare all’essenziale. Io, per fortuna, qui in centro ho un garage. Ma per molti è un disastro. Diciamocelo chi è che vuole parcheggiare al Novi Sad? Nessuno, per via della delinquenza. Priorità alla sicurezza».
«Una succursale di piazza Roma»
A vedere la questione da un’altra prospettiva è Stefania Verzoni, residente in centro storico: «L’ho sempre frequentata poco come piazza, ma so che stanno facendo tanto. Potrebbe diventare una succursale di piazza Roma: anche lei l’avevamo tanto penalizzata anni fa quando hanno tolto i parcheggi. Ma adesso è così bello vederla vuota». E c’è anche chi osserva tutto questo da fuori, ma con uno sguardo partecipe. È Elena Bonetti, milanese che si sente ormai “mezza modenese” per via del figlio che lavora qui: «Tutte le città stanno andando nella direzione della pedonalizzazione, e io sono favorevole. Le macchine? Fuori. Che si investa sulle biciclette». Così, largo Sant’Agostino resta al centro di una città che non smette di domandarsi cosa vuole diventare. Per alcuni è già una promessa di bellezza, per altri una scelta che toglie, non dà. Ma qualcosa, nel frattempo, è cambiato davvero: si è cominciato a parlare della piazza come di un luogo da vivere. E questo, al di là delle opinioni, è già un primo passo.