Oltre mille iscritti a Medicina: ne resteranno solo 216
Niente test d’ingresso: ci sarà un semestre “filtro” online, poi la selezione nazionale. Il professor Paolo Ventura, presidente del corso di laurea: «Saranno mesi densi per gli studenti, con tempistiche molto strette»
MODENA. Il nuovo semestre filtro per l’accesso a Medicina e Odontoiatria all’Unimore ha chiuso le iscrizioni. E, con 1.047 domande presentate, prende forma una delle trasformazioni più importanti dell’accesso ai corsi di area medica in Italia, che prevede un semestre “filtro” in cui si seguono le lezioni – piuttosto che il solito test d’ingresso – al cui termine bisognerà sostenere un esame su scala nazionale per riuscire a conquistare il sogno di indossare il camice bianco. Ma se da un lato i numeri confermano un interesse stabile, dall’altro emergono le prime riflessioni critiche e logistiche su un modello didattico completamente rinnovato.
Nessun boom
«Ci aspettavamo qualcosa in più – ammette il professore Paolo Ventura, presidente del corso di laurea in Medicina e Chirurgia –. I numeri degli iscritti sono più o meno gli stessi degli anni scorsi. Pensavamo che la nuova formula avrebbe invogliato più studenti, e invece no. I ragazzi, forse, hanno valutato che è richiesto un impegno superiore rispetto al passato, e questo può averli, in parte, disincentivati». Dei 1.047 c’è chi ancora non ha versato i 250 euro di tassa di iscrizione da versare entro il 31 luglio, quindi il numero potrebbe calare. I posti disponibili resteranno comunque gli stessi dell’anno scorso: 216.
«Il ministero ci aveva chiesto di aumentare i posti del 10%, ma non ce lo possiamo permettere. Non abbiamo infatti ancora le strutture adeguate ad accogliere più studenti – spiega Ventura –. Il nostro corso di laurea è stato da poco Accreditato da Anvur: siamo tra i pochi in Italia ad aver ricevuto questo importante riconoscimento secondo i nuovi, e più stringenti, standard di qualità. Cosa significa? Che oggi, la laurea in Medicina a UniMore, verrà riconosciuta in gran parte degli stati esteri senza dover fare ulteriori esami integrativi. L’accreditamento è una garanzia di qualità della didattica, un traguardo che abbiamo raggiunto con un grande lavoro e che vogliamo preservare: non possiamo permetterci di perderlo, prendendo in carico più studenti di quelli previsti. Vogliamo garantire qualità, non quantità». Entrerà un ragazzo su cinque, dunque.
Le nuove norme
Ma Ventura mette le mani avanti: «Chi si è iscritto a Modena e non entrerà qui, non è che non farà Medicina da nessun’altra parte. Tutti i ragazzi, in fase d’iscrizione, hanno indicato dieci sedi, e quindi potranno entrare altrove. Oppure, accederanno a uno dei corsi affini (come Farmacia, Biotecnologie, Biologia, Chimica e Chimica Tecnologie farmaceutiche o alcune Professioni Sanitarie) sempre in base alla graduatoria nazionale alla quale accederanno in base al risultato dell’esame nazionale che dovranno sostenere a fine corso».
Il semestre “filtro” si presenta come una sfida impegnativa sotto ogni punto di vista: didattico, organizzativo, logistico. Tutto il percorso sarà svolto esclusivamente a distanza, perché UniMore ha scelto un modello «interamente online». L’Ateneo, al di là della attuale indisponibilità di aule adeguate, «ha ritenuto che sarebbe stato comunque poco etico e sostenibile, e oggettivamente difficile, chiedere a centinaia di studenti di trovare un alloggio per frequentare in presenza anche solo per un paio di mesi. La Dad ci è sembrata una soluzione più equa per tutti». L’impegno, però, non è solo degli studenti. Anche il corpo docenti ha infatti dovuto rivedere i propri strumenti: «Ci siamo dovuti adeguare alle nuove richieste ministeriali. I nostri professori hanno già iniziato a modificare le proprie lezioni per adattarle ai requisiti dei Syllabus ministeriali su cui si baserà poi il test nazionale finale. L’organizzazione è stata pensata per mantenere efficienza e qualità anche a distanza – prosegue –. Quattro giorni a settimana di lezione e un giorno dedicato a momenti di approfondimento e confronto diretto con i docenti».
La didattica
L’impatto della riforma ha avuto ripercussioni anche sulla struttura dell’intero corso di laurea: a causa dell’obbligo ministeriale di concentrare nel primo semestre i 18 crediti formativi delle tre materie, UniMore ha dovuto riorganizzare i primi due anni del corso per redistribuire le altre materie. «Abbiamo dovuto spostare insegnamenti che prima erano nel primo semestre al secondo, o direttamente al secondo anno. Una riprogettazione necessaria per garantire equilibrio e non sovraccaricare gli studenti. I problemi non sono mancati – commenta – soprattutto a causa della necessità anche di garantire la propedeuticità delle materie. Ma abbiamo riorganizzato tutto con attenzione».
Restano, tuttavia, alcune perplessità, legate alle inevitabili differenze fra i diversi atenei, alle modalità di espletamento degli esami, e alla possibilità da parte degli studenti di rispettare l’obbligo di frequenza richiesto: «Saranno tre mesi densi e impegnativi per i nostri studenti: a noi preme prepararli bene e metterli nelle migliori condizioni per poter studiare, purtroppo ci sono le tempistiche da rispettare». Ma quando studieranno questi ragazzi con sei o sette ore di lezione ogni giorno dal lunedì al venerdì? «Il week-end?», risponde Ventura, con una punta di amarezza.