La Nuova Ferrara

Sanità

Ferrara, con il ticket si vendono meno farmaci

Andrea Mainardi
Ferrara, con il ticket si vendono meno farmaci

Dopo la riforma della Regione, da maggio le farmacie lamentano un calo delle vendite e delle prescrizioni mediche

4 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Inizia a far sentire i primi effetti la riforma del ticket sanitario introdotta dalla Regione Emilia-Romagna a partire dal 2 maggio 2025.

L’introduzione del contributo, che va da 2,20 a 4 euro a ricetta, si è resa necessaria per preservare la sostenibilità economica della sanità regionale.
 

Dalla spesa sono esentati pazienti oncologici, con patologie croniche o rare, invalidi, disoccupati e persone in situazioni di disagio economico. In questi mesi molti dunque si sono ritrovati a dover pagare farmaci che per consuetudine erano sempre stati forniti gratuitamente dietro prescrizione medica.

Al di là delle lamentele dei pazienti una volta giunti al bancone della farmacia, le conseguenze più tangibili sono state due: è più economico acquistare alcuni farmaci di base direttamente a banco senza ricetta medica ed è in atto una contrazione per quanto riguarda le vendite di medicinali e di ricette chieste ai medici.
 

Proprio su questi due punti si concentra l’intervento di Pietro Vignali, presidente del Gruppo Forza Italia nell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna.  «In Emilia-Romagna – spiega Vignali – da maggio a luglio 2025 le vendite di medicinali sono crollate di 1.310.000 confezioni (-6,6%) e le ricette sono diminuite di 754.700 (-7%). L’introduzione dei ticket sui farmaci di de Pascale si sta già rivelando un boomerang: migliaia di persone stanno rinunciando alle cure o riducendo l’uso di farmaci essenziali, semplicemente perché non possono più permetterseli».
 

Il consigliere regionale prosegue: “Questi dati confermano ciò che avevamo denunciato sin dall’inizio: il ticket sui farmaci non è una misura di razionalizzazione, ma una tassa sulla salute. Colpisce i cittadini più fragili, penalizza chi ha patologie croniche e scarica sulle famiglie i costi di una gestione inefficiente del sistema sanitario regionale. Gli emiliani e i romagnoli stanno rinunciando a curarsi da quando è stato introdotto il superticket lo scorso maggio. È l’esatto contrario del principio di equità su cui dovrebbe basarsi la sanità pubblica».
 

Arriva la stoccata alla giunta De Pascale: «È inaccettabile che, per fare cassa, si metta a rischio la salute delle persone. Inoltre, questa situazione evidenzia come la Giunta de Pascale non abbia un piano serio per recuperare efficienza nelle prestazioni e stabilità finanziaria al nostro servizio sanitario regionale. Infatti, la diminuzione della spesa farmaceutica dei privati fa saltare il calcolo fatto dall’amministrazione di recuperare risorse con l’introduzione del superticket appunto sui farmaci attuata con il bilancio regionale lo scorso marzo».
 

«Serve un cambio di rotta immediato. I cittadini non devono essere puniti per curarsi – conclude Vignali – Chiediamo a de Pascale di dare seguito alla lucidità con la quale ha finalmente ammesso la realtà che questo governo nazionale sta lavorando per risolvere le difficoltà della sanità investendovi più risorse dopo i tagli dei precedenti. Sospenda quindi i ticket e assieme alla sua maggioranza chiusa a riccio nella narrazione del sistema sanitario regionale migliore possibile che invece non è, apra subito un confronto serio per ridurre le liste d’attesa e garantire a tutti il diritto effettivo alla cura».
 

Questo cambio delle abitudini occorso nei pazienti è stato rilevato anche dalle farmacie ferraresi. Alla farmacia Maga di via Garibaldi si sono viste «meno ricette mediche rispetto al periodo pre ticket ed anche dal punto di vista commerciale abbiamo rilevato un impatto negativo. Naturalmente la gente è scontenta di pagare farmaci per i quali prima non spendeva nulla. Specialmente chi li deve acquistare ciclicamente e viene in farmacia anche con 7-8 ricette mediche alla volta».
 

Anche alla farmacia Centrale di viale Cavour è stato riscontrato «un calo delle vendite da maggio. Purtroppo la gente si arrabbia e non capisce che non dipende da noi farmacisti ma si tratta un provvedimento necessario per mantenere in ordine i conti della sanità regionale. Diverse persone, una volta che le viene spiegato che devono pagare, se ne vanno a chiedere lumi al proprio medico. In generale c’è molta diffidenza».
 

Chi sembra passarsela meglio infine è la farmacia Navarra in corso Martiri della Libertà: «Non avendo studi medici nelle vicinanze abbiamo risentito meno riguardo al calo delle ricette mediche. È però evidente che per farmaci ci largo consumo come Cardioaspirina, Lasix o Eutirox sia più conveniente acquistarle direttamente al banco. Ancora oggi c’è gente che si sorprende della presenza di questo ticket nonostante siano passati mesi. Ribadiamo però di non aver subìto particolari picchi negativi nelle vendite».