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I dati

Cresce il consumo di suolo a Ferrara, ma il fotovoltaico fa sperare

Andrea Mainardi
Cresce il consumo di suolo a Ferrara, ma il fotovoltaico fa sperare

Secondo i dati dell’Ispra, il territorio provinciale tra i più interessati al fenomeno, ma un’alta percentuale è occupazione reversibile

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Ferrara Per mantenere la sostenibilità del territorio, la preservazione del suolo dovrebbe essere una delle priorità a livello ambientale. In Italia invece il suo consumo non accenna a diminuire minacciando la biodiversità e la stabilità idrogeologica.
 

Come ogni anno è l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) fare il punto sull’avanzamento di questo fenomeno sul territorio nazionale.
 

È bene specificare che, per consumo di suolo, si intende la trasformazione di un’area totalmente naturale in una agricola o edile con un’alterazione quindi radicale dell’ecosistema. «I dati dell’ultimo anno (2024) – racconta l’istituto – mostrano una crescita significativa del consumo di suolo: 83,7 km² di territorio trasformato in aree artificiali, con un incremento del 15,6% rispetto al 2023. Il ritmo raggiunge i 2,7 m² al secondo, pari a quasi 230.000 m² al giorno».
 

Il fenomeno dell’impermeabilizzazione del suolo è causato da diversi fattori: innanzitutto i cantieri, per il 56%, le cui aree hanno occupato altri 4.678 ettari lo scorso anno. In crescita anche i nuovi edifici (623 ettari), le aree estrattive (436 ettari). Se alcune di queste tipologie di occupazione sono tendenzialmente di transizione, il consumo di suolo permanente (edifici, piazzali o strade) invece arriva al 35% del totale.
 

«Il consumo di suolo – spiega l’Ispra – ha effetti diretti o indiretti su circa due terzi del territorio nazionale. Le analisi sull’isola di calore urbana mostrano differenze di temperatura tra aree urbane e rurali che superano i 10 gradi centigradi, con picchi di +11,3 gradi al Nord. Nei quartieri dove la copertura arborea supera il 50%, le temperature sono fino a 2,2 gradi più basse».
 

Analizzando poi dove questo fenomeno è prevalente, si nota un particolare consumo di suolo nella pianura Padana, anche lungo la via Emilia. Picchi di suolo sottratto alla natura si trovano poi in gran parte nel Salento, lungo quasi tutta la costa adriatica, nel Lazio, in Campania, nella Sicilia occidentale e meridionale.
 

Anche nella provincia di Ferrara il suolo cala ad un ritmo costante: nel 2023 erano 18.649 gli ettari consumati, saliti a 18.746 durante lo scorso anno.

Questo dato piazza il territorio al sedicesimo posto tra le province con almeno 100mila abitanti che sono state maggiormente interessate da questo fenomeno. Il consumo pro capite di suolo lo scorso anno, nel Ferrarese, è stato di 522 metri quadri per abitante, superiore ai 453 metri quadri della media regionale.
 

Secondo questo indicatore solo a Parma (580 metri quadrati) e Piacenza (700 mq) gli abitanti hanno perso ancora più suolo. Guardando alle percentuali, la provincia di Ferrara supera la media regionale (0,50%) anche considerando le annate 2023-2024 con lo 0,54% di suolo consumato. Solo Ravenna e Forlì-Cesena hanno fatto peggio.
 

Ciò che può almeno in parte far ben sperare è che il suolo perduto in via permanente, tra 2023 e 2024, è “solo” 6,45 ettari (secondo miglior dato in regione) con una percentuale di terreno consumato ma reversibile che tocca il 93,59% ovvero la dodicesima percentuale più alta tra le province italiane. Perché tutto ciò? Perché ben il 37% del suolo consumato negli ultimi due anni è stato destinato al fotovoltaico a terra. In tutto il Nord Italia solo Grosseto e Gorizia hanno percentuali superiori per questo tipo di impiego.