Energie rinnovabili sì, ma non in terre agricole. Possibile svolta nel Ferrarese
Patto tra Legacoop, Cia agricoltori e Cer per salvare il suolo. Impianti solo su aree già urbanizzate, coperture o parcheggi e un incentivo del 40%
Ferrara Una produzione e un consumo di energia sostenibili e calibrati sulle esigenze del territorio, per evitare ulteriore consumo di suolo e contrastare il modello speculativo dei grandi player che arrivano, sottraggono spazio e tengono per sé tutti i guadagni, senza ricadute positive a livello locale. Sono queste le premesse dell’accordo sottoscritto tra Legacoop Estense e Cia Agricoltori Italiani Ferrara per la promozione delle energie rinnovabili attraverso la Comunità energetica rinnovabile (Cer) Castello Green House. C’è un grande contributo potenziale che può essere fornito da aziende agricole e privati cittadini, e che va valorizzato. E, dall’altro lato, c’è una preziosa opportunità offerta dal bando Pnrr per Comuni sotto i 50mila abitanti (ovvero tutta la nostra provincia eccetto Ferrara) che prevede un incentivo del 40% per la realizzazione di impianti per energie rinnovabili presentando un progetto. La convenzione ha dunque l’obiettivo di intercettare produttori agricoli, piccole medie imprese e privati cittadini/consumatori disposti a compiere questo investimento virtuoso destinato a generare ricadute vantaggiose dal punto di vista economico e ambientale. E con la Cer Castello pronta a dare inoltro alle domande (il tempo stringe: la scadenza, salvo proroghe, è il 30 novembre) e a essere la “casa comune” per i futuri investitori.
«L’idea – spiega il presidente Cia Ferrara Stefano Calderoni – è la promozione di un modello di territorio attraverso scelte sostenibili. I dati dell’ultimo rapporto Ispra sul consumo del suolo sono allarmanti, soprattutto nel Ferrarese, anche perché in questi anni è mancata del tutto una pianificazione. Occorre invece partire dalle aree già urbanizzate, come parcheggi, coperture di capannoni, tetti si abitazioni, per la collocazione degli impianti, risparmiando suolo agricolo. Noi agricoltori vogliamo dare il nostro contributo alla Cer mettendo a disposizione le nostre aree già utilizzate per l’agrivoltaico così come altre superfici non agricole o già urbanizzate. Con l’auspicio che anche le istituzioni locali sposino questo modello virtuoso».
Quello della transizione energetica, ha aggiunto Chiara Pederzini, responsabile innovazione e sostenibilità di Legacoop Estense, «è un tema su cui lavoriamo da anni studiando da vicino il modello della Comunità energetica e promuovendola con strumenti tecnici e finanziari attraverso la piattaforma dedicata “Respira”. Questo accordo fa parte delle azioni concrete intraprese, con uno sviluppo della base sociale della nostra Cer Il Castello».
La Comunità, ha ricordato il presidente Massimo Buriani, è partita con l’efficientamento energetico degli edifici che ha portato a riqualificare 24 immobili (per 730 appartamenti e un migliaio di soci) e a includerli quasi tutti nella classe A, con conseguente diminuzione dei consumi energetici. Il passo successivo è stata la vera e propria costituzione della Cer: «La grande differenza con i grandi player – ha rimarcato Buriani – consiste nel fatto che questi grossi gruppi investono a scopo speculativo e non lasciano nulla al territorio. L’energia prodotta non ricade sulla comunità locale, che ne patisce solo i danni in termini di perdita di suolo e inquinamento da trasporti. La Cer invece produce energia al servizio dei consumatori, e quella che non viene consumata viene venduta a soggetti terzi, per essere redistribuita ai partecipanti sotto forma di tariffa premio».
Un sistema dunque calibrato sulle esigenze del territorio, attraverso un modello diffuso, quello della Cer, capace di incrociare domanda e offerta, «a differenza del fotovoltaico – aggiunge Calderoni – che produce tutto insieme e può creare scompensi». Un modello che potrà essere ancor meglio definito, conclude, «attraverso una mappatura dei consumi, ovvero conoscere quanto, dove e in quali ore si consuma. Altrimenti si tratta di speculazione».
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