La Nuova Ferrara

Il caso

«Soldi ai medici che tagliano visite? No, si valorizza l’appropriatezza»

«Soldi ai medici che tagliano visite? No, si valorizza l’appropriatezza»

L’assessore regionale alla Sanità Massimo Fabi difende l’accordo promosso dall’Ausl

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MODENA. Sì all’accordo tra l’Ausl di Modena e i medici di medicina generale per gli incentivi ai professionisti che contengono le prescrizioni di visite ed esami specialistici. A difendere l’iniziativa che nei giorni scorsi è stata al centro di una furibonda polemica è Massimo Fabi, assessore regionale alla Sanità. Parlando ai microfoni di Trc, l’assessore Fabi fa notare che è sbagliato parlare di premio per i medici che prescrivono meno visite, mentre si tratta di un accordo che getta le basi per incentivare l’appropriatezza delle prescrizioni, individuando attenti criteri di valutazione, in linea con quanto avviene da anni in altri Paesi d’Europa.

Accordi integrativi

«Sono vent’anni circa - spiega l’assessore regionale - che nei rapporti tra aziende sanitarie e medici di medicina generale si definiscono degli accordi integrativi locali che sono applicativi di quelli regionali, che a loro volta sono applicativi degli accordi collettivi nazionali. Ci sono misure di qualità della prescrizione e dell’appropriatezza che riguardano non solo l’utilizzo dei farmaci, ma anche le visite specialistiche, l’utilizzo degli ospedali e dei pronto soccorso, come anche la gestione integrata delle persone che hanno malattie croniche tra medico di medicina generale e specialista».

«Prescrizioni efficaci»

La Regione, insomma, difende l’accordo sottoscritto dall’Azienda sanitaria modenese e dai medici di base: «Noi - riprende Fabi - vogliamo che venga prescritto un farmaco efficace, appropriato, necessario, e anche quando è disponibile il generico, noi promuoviamo la prescrizione del generico più che quello di marca, ma in un sistema integrato».

Il percorso

Quindi, secondo l’assessore Fabi, sostenere che il nuovo accordo equivale a dire “prescrivi meno che ti pago di più” è sbagliato: non è questo il percorso che vogliamo - chiude il ragionamento dell’assessore regionale alla Sanità - perché questa iniziativa è nata per valorizzare l’appropriatezza dei percorsi».