La Nuova Ferrara

Il processo

Omicidio Big Town, la perizia è netta: «Papà e figlio erano lucidi»

Daniele Oppo
Omicidio Big Town, la perizia è netta: «Papà e figlio erano lucidi»

La perizia psichiatrica su Mauro e Giuseppe Di Gaetano per l’omicidio di Davide Buzzi afferma che i due imputati erano turbati ma esclude l’incapacità di intendere e di volere

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Ferrara Una condizione di forte stress e tensione emotiva che non porta a una riduzione della capacità di intendere e di volere, soprattutto in assenza di patologie psichiatriche sottostanti. È, in sintesi, il responso della perizia psichiatrica redatta da Renato Ariatti e Marco Samory su Giuseppe e Mauro Di Gaetano, padre e figlio imputati per l’omicidio di Davide Buzzi e il tentato omicidio di Lorenzo Piccinini, verificatisi il 1º settembre del 2023 nel bar Big Town di via Bologna. I periti non hanno dato indicazioni sulla pericolosità sociale degli imputati, ritenendo che sia una questione squisitamente giuridica, non essendovi una situazione patologica da valuta.

La perizia era stata ordinata dalla Corte d’assise per avere un parere ulteriore rispetto a quelli dei consulenti della Procura (Roberto Zanfini) e delle difese (Luciano Finotti) che, pur con delle differenze, sostengono che nelle fasi più concitate della vicenda i due uomini non fossero totalmente capaci di intendere e volere. In particolare, per quanto riguarda Mauro – che ha compiuto l’azione più brutale – si era parlato di «un atto automatico» dettato da «una reazione emotiva devastante».

Un inquadramento degli eventi che non aveva convinto nemmeno il pubblico ministero Barbara Cavallo e sembrava aver generato parecchi interrogativi anche tra i giudici e per questo si è arrivati a disporre una perizia super partes i cui esiti verranno discussi nella prossima udienza, in calendario giovedì 11 dicembre.

In quella data verrà discussa anche la perizia informatica effettuata dal tecnico Claudio Cesaro sul cellulare di Mauro Di Gaetano: un accertamento che la Corte d’assise aveva deciso di disporre dopo che erano emersi elementi rimasti finora sconosciuti legati al file video della telecamera di sorveglianza interna al Big Town.

Telecamera che ha ripreso quasi tutti i fatti – tranne quanto avvenuto in un angolo cieco –, dall’arrivo di Buzzi e Piccinini nel locale con in mano una tanica rossa contenente del gasolio, le loro minacce affinché venisse chiuso il bar, il fuggi-fuggi dei clienti, le botte inizialmente prese da Giuseppe Di Gaetano, la coltellata data dall’anziano a Piccinini e le fasi successive, con le altre coltellate date a Buzzi, anche alla gola, fino ai 38 colpi di lucchetto dati da Mauro Di Gaetano a Buzzi che già era in difficoltà fisica per via delle coltellate ricevute. E poi l’arrivo dei carabinieri e dei sanitari del 118.

Il blitz di Buzzi, lo ricordiamo, era legato alla sua convinzione che Di Gaetano avesse delle responsabilità per la morte, avvenuta alcuni giorni prima, del figlio della sua ex compagna, Edoardo Bovini, al quale era molto legato e che era deceduto davanti al bar dopo avere assunto della cocaina. Buzzi, da quanto emerso, aveva anche cercato di estorcere denaro al barista, chiedendo tremila euro per non bruciare il locale.

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