Il Goro riconquista il proprio pubblico e va alla post season
GORO. Quanto mancano i derby tra Goro e Gorino che animavano sino a non molto tempo fa il nostro calcio dilettantistico. Oggi, i goresi militano in Terza con risultati altalenanti. Quest’anno bastava...
GORO. Quanto mancano i derby tra Goro e Gorino che animavano sino a non molto tempo fa il nostro calcio dilettantistico. Oggi, i goresi militano in Terza con risultati altalenanti. Quest’anno bastava la qualificazione al Tavolini per centrare l’obiettivo e la squadra c’è riuscita grazie all’aiuto di tutti e soprattutto di un paese intero. «Ci siamo qualificati e questa è la cosa importante – dice il presidente Giacomo Pandini -, è andata molto meglio dell’anno scorso». Rosa lunga che ha permesso di sopperire alle assenze nell’arco della stagione: «Siamo partiti in 26 e ad oggi ci sono ancora tutti. Bravo mister Daniele Maestri che è riuscito a cementare un gruppo composto quasi interamente da ragazzi della nostra zona». A parte qualche volto noto, si sono messi in luce giovani interessanti che hanno allungato la vita calcistica della squadra: «A parte i bomber Branchi e Palea, molto noti tra i dilettanti, abbiamo scoperto giovani difensori poco più che ventenni del calibro di Buttini e Aguggiaro che si sono comportati molto bene; segnalo anche l’ala o centrocampista Marandella». E’ stata applicata una sorta di localismo calcistico che ha ben funzionato. «Ripeto, tutti ragazzi di Goro che hanno permesso di riavvicinare anche molto pubblico del paese. L’unica eccezione è rappresentata dal centrocampista Luppi che proviene da Contarina». L’annata è proceduta spedita senza incontrare ostacoli, come conferma il massimo dirigente biancoverde: «Nessuna grossa difficoltà, al primo anno da presidente ritengo di aver fatto un’esperienza positiva. Tra le novità di quest’anno, oltre a me che ho ricoperto con entusiasmo il nuovo incarico, è cambiato il vicepresidente che è diventato Giuseppe Selvatico e il segretario che è divenuto Mirto Ferrari. Non saremmo riusciti a far nulla, però, senza il lavoro svolto in passato dalla vecchia dirigenza che ha continuato a darci una mano». (c.m.)