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Maranello, ecco Mattiacci

di Filippo Ronchetti
Maranello, ecco Mattiacci

Il nuovo capo non ha esperienza nelle corse, da capire se davvero resterà

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Le dimissioni di Stefano Domenicali dal ruolo di direttore della Gestione sportiva Ferrari sono state la notizia-bomba di lunedì. Da quando ha preso il posto di Jean Todt nel 2008 la Ferrari ha vissuto tanti momenti delicati, in primis il titolo svanito all’ultima gara nel 2010, ma la posizione di Domenicali non è mai stata in discussione, sempre sostenuto dal presidente Luca Cordero di Montezemolo. Tuttavia da allora il tentativo di riaprire un ciclo vincente è costato il posto a tante persone importanti intorno a lui: alcune, come Luca Baldisserri, hanno cambiato ruolo all’interno della Ferrari mentre altre, da Gigi Mazzola a Chris Dyer, dal direttore tecnico Aldo Costa a Luca Colajanni, per finire con Felipe Massa, sono andate via dall’azienda.

In Bahrain l’affanno delle due F14T nell’inseguire l’ottavo posto ci aveva offerto l’incredibile scena di Montezemolo che lascia sconsolato il box. Una settimana dopo, lunedì appunto, la notizia è stata ancor più clamorosa: Domenicali, per dare una scossa all’ambiente, si da da parte e di lasciare l’azienda in cui era entrato nel 1991. Nato a Imola nel 1965 è entrato in Ferrari a 26 anni, subito dopo aver conseguito la laurea in Economia all’Università di Bologna.

Dopo aver ricoperto vari ruoli amministrativi e aver curato anche il rilancio del circuito del Mugello, nel 1996 è stato nominato team manager. Dal 2002 al 2007 Domenicali, dopo una parentesi alla Logistica, è diventato direttore sportivo e, dal 1° gennaio 2008, la Ferrari lo ha nominato capo della Gestione sportiva al posto di Todt. Ufficializzato l’addio di Domenicali, con un secondo comunicato la Ferrari ha assegnato il ruolo a Marco Mattiacci, fino a quel momento presidente e amministratore delegato di Ferrari North America. Lo stupore per le dimissioni dell’imolese continua quindi con la nomina di un uomo (romano, classe 1970) che pur essendo un ottimo manager non ha esperienza per quanto riguarda le attività in pista, ad esclusione della presenze “obbligate” in occasione delle gare del Ferrari Challenge Nord America. La sua presenza in autodromo, insomma, finora non è stata motivata dalla gestione di un’organizzazione di uomini e mezzi che ha per obiettivo quello di mettere in pista vetture da corsa, ma da attività di pubbliche relazioni. Un conto è vendere auto negli Usa, un altro è tenere le redini di più di mille persone concentrate nel far andare più forte possibile due monoposto e affrontare personaggi navigati come Bernie Ecclestone, Helmut Marko e Ron Dennis.

A questo punto non è sbagliato ipotizzare, anche se tutti smentiscono, che il suo incarico sia temporaneo, in attesa di trovare una figura esperta del mondo delle corse. I nomi? Quello dell’ex ferrarista Gerhard Berger, un suggestivo ritorno di Ross Brawn o Bob Bell, tecnico appena liberato dalla Mercedes.”

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