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Atp Montecarlo Ferrer vince il derby con Nadal

In quanti avevano o avrebbero scommesso di trovare oggi in campo a Montecarlo, nelle semifinali nel primo Masters 1000 sulla terra rossa dell'anno, i tre giocatori più titolati? Moltissimi,...

19 aprile 2014
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In quanti avevano o avrebbero scommesso di trovare oggi in campo a Montecarlo, nelle semifinali nel primo Masters 1000 sulla terra rossa dell'anno, i tre giocatori più titolati? Moltissimi, probabilmente, perché nei turni precedenti Rafael Nadal, Novak Djokovic e Roger Federer avevano fatto vedere un tennis d'altissimo livello. Invece no, nella più inattesa tornata di quarti di finale degli ultimi anni il maiorchino numero 1 al mondo ha ceduto al più coriaceo dei connazionali, l'ATP 6 David Ferrer (7-6 6-4); il serbo, ATP 2, ha subito per un set e mezzo la migliore prestazione in carriera di Guillermo Garcia-Lopez, spagnolo di 31 anni, numero 38 al mondo (alla fine l'ha battuto per 4-6 6-3 6-0); lo svizzero ha rischiato la figuraccia contro il francese Jo-Wilfried Tsonga (2-6 7-6 6-1), reduce dal rocambolesco successo di giovedì su Fabio Fognini in preda a una crisi di nervi. L'unico a non regalare alcun brivido al pubblico monegasco è stato l'altro svizzero nei Top Four, Stanislas Wawrinka (numero 3 davanti a Roger): il trionfatore nello Slam invernale nell'emisfero australe ha regolato il bombardiere canadese nato in Montenegro Milos Raonic per 7-6 6-2. Oggi, dunque, le semifinali metteranno di fronte prima Ferrer e Wawrinka, poi Federer e Djokovic. Roba forte.

Come ha twittato qualcuno, il successo di Ferrer su Nadal sarebbe, per il tennis, l'equivalente della rivolta degli schiavi ai tempi di Spartaco, nel primo secolo avanti Cristo. Non è vero, ovviamente, dato che tra i due spagnoli il conto aggiornato delle vittorie è di 21 a 5, ovviamente a favore di Rafa, dunque un rapporto di 4 a 1 circa. Tuttavia, da dieci anni non accadeva che David battesse l'amico sulla terra rossa. A quanto s'è capito, l'attuale problema del numero 1 è psicologico: faticherebbe a dimenticare il dolore alla schiena che condizionò la sua finale-calvario a Melbourne. Se davvero così, è solo questione di tempo.