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Spal con l’handicap nella volata decisiva

di Paolo Negri
Spal con l’handicap nella volata decisiva

Anche a Mantova assenze pesanti. Ormai è una costante

24 aprile 2014
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FERRARA. Si fa presto a dire: cinque partite senza vittorie (ma anche prive di sconfitte...). Il dato statistico è innegabile, così come è evidente che per la Spal - nelle ultime gare in questione - c’era comunque margine per fare un pelino meglio e chiudere la pratica promozione: imporsi a Crema e mantenere il vantaggio contro la Virtus Vecomp Verona non era qualcosa di impossibile.

C’è un “però”. I numeri dicono anche un’altra cosa. La Spal ha dovuto (e dovrà, purtroppo) fare i conti con una miriade di assenze. Giocatori importanti spesso fuori in contemporanea. Addirittura 19 giocatori se “spalmiamo” le indisponibilità sulle ultime sei partite, compresa dunque quella di domenica a Mantova, che vedrà i biancazzurri ancora pesantemente penalizzati. Eh sì, perchè è proprio il caso di parlare di handicap. E’ vero che la rosa è ampia (e per fortuna...), è indiscutibile che le soluzioni non mancano e sono affidabilissime, ma sfidiamo chiunque - in un campionato tanto aperto, equilibrato, incerto ed imprevedibile come questo - a dover fare a meno di pezzi da novanta soprattutto nel momento clou, quello del rush finale.

La tabella in alto è eloquente. Ci sono stati confronti in cui mister Gadda è stato costretto a rinunciare a metà squadra (calcolata su undici, non sull’intero organico, è fin troppo ovvio) o quasi: l’apice a Cuneo con sei forfait. Ma anche a Vicenza, con quattro, non si è scherzato. E domenica a Mantova si bisserà il poker di assenze.

Squalifiche, certo. Alcune forse evitabili, altre profondamente ingiuste (quella di Buscaroli, questa di Paro) e frutto di evidenti errori arbitrali. Poi gli infortuni. D’accordo, Di Quinzio, Paro, Braiati e Pandiani erano fuori da tempo, da ben prima dei match che prendiamo in considerazione qui e che spesso li hanno visti tornare a disposizione (che fossero convocati o meno). Ma tutti gli altri? A rotazione la Spal ha perso elementi-base per la propria economia. Basti pensare che da Cuneo al prossimo appuntamento di Mantova, Varricchio è stato/sarà fuori due volte (sperando di riaverlo col Bellaria), Buscaroli tre, Lebran e Sereni due. E Paro era rientrato appena domenica scorsa (figurando subito tra i migliori in assoluto).

Tutti fattori che non possono e non devono rappresentare un alibi (che nessuno nell’ambiente biancazzurro ha mai voluto creare) ma che con obiettività aiutano certamente a capire ed a giustificare il piccolo calo collettivo o comunque il fatto di non aver più vinto una partita dopo quella con il Rimini che aveva issato la squadra al secondo posto in classifica. In un momento così particolare e difficile e decisivo della stagione, in un torneo dalla caratteristiche che ben conosciamo, tante e ripetute assenze non possono non aver avuto un impatto sul rendimento complessivo del collettivo.

Adesso la speranza è che la Spal domenica al “Martelli” sappia attingere alle qualità globali del gruppo, alle risorse mentali, alla determinazione, per raggiungere l’obiettivo (molto vicino) prima del match conclusivo col Bellaria. In fondo, anche quello di Cuneo era un confronto molto delicato ed i biancazzurri - pur ampiamente incompleti - andarono vicini alla vittoria. Col Mantova sarebbe preziosissimo anche il pareggio, ma è certo che la squadra di Gadda non giocherà speculando, pur con tutte le cautele e le caratteristiche (saranno i biancorossi ad avere maggiori obblighi e relative pressioni) insite a questa gara.

Il tecnico, tra l’altro, avrà a disposizione diverse varianti tattiche, dalla conferma del 5-3-2 ad un atteggiamento diverso che può contemplare sia l’utilizzo di una sola punta, sia una difesa “a quattro”, per quanto il confronto di Mantova non sia esattamente quello che si presta ad uscire dal canovaccio cui la Spal è abituata da tempo

I conti si faranno domenica pomeriggio. Poi, nel caso, ci sarà da spendere un jolly che le rivali non avranno. La Spal, nonostante tutto, sta meglio delle avversarie.

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