Varricchio re dei bomber «O faccio un altro anno qui oppure smetto di giocare»
Il cannoniere è in scadenza di contratto: l’accordo verbale c’è, le firme no «La società valuterà e deciderà. Non ho pretese ma una mano posso darla»
FERRARA. “Der” bomber. “Il” bomber, come i tedeschi chiamavano Gerd Muller. Immarescibile. Il cannoniere per antonomasia. Il re dei sedici metri.
Come Max Varricchio. Il “nostro” goleador. Lo spaccareti che in Italia, tutte le categorie confuse, ha pochi eguali. Statisticamente, in questa stagione solo il trapanese Mancosu ed il torinista Ciro Immobile hanno segnato più del centravanti della Spal. Che domenica ha suggellato la sua straordinaria stagione con il 20º centro personale, con la rete del momentaneo 2-0 sul Bellaria. La ciliegina sulla torta della promozione dei biancazzurri in serie C. Postilla: in Lega Pro, dai due gironi di Prima Divisione ai due di Seconda, nessuno ha segnato più di Varricchio, capocannoniere dell’intera categoria. Dettaglio non aneddottico nell’analisi dell’annata spallina.
Ieri, Varricchio si è goduto il suo day after. Esausto ma felicissimo:
«Mi sta tornando la voce adesso - ci diceva ieri sera poco prima delle 19 -... Ho partecipato alla festa con i compagni ed i supporter. Siamo stati in centro, abbiamo girato per bar e ancora al ristorante di un tifoso, siamo andati “in giro” con gli ultras, abbiamo cantato a squarciagola. Bellissimo. Tutto bellissimo, davvero».
Ferrara ha riscoperto l’entusiasmo, si è stretta intorno alla Spal.
«Fa piacere. E quando si può festeggiare è giusto farlo, con voglia e trasporto, in attesa di nuovi traguardi. Devo dire che si è creato un rapporto molto bello con i tifosi, un legame forte con tutto l’ambiente cittadino e quello intorno a noi. E’ solo così che si raggiungono gli obiettivi».
La Spal ce l’ha fatta, e non era scontato.
«No davvero. E’ stata una stagione lunga, difficile, con una grande rimonta. Siamo un po’ calati nel finale ma l’obiettivo lo abbiamo centrato meritatamente. Pensiamo che Forlì, Cuneo, Torres e Delta vanno agli spareggi, quattro per un posto, ed hanno organici di tutto rispetto. Noi ci abbiamo creduto di più, probabilmente, e questo ha fatto la differenza».
Il titolo di capocannoniere?
«Una soddisfazione grandissima. Lo sarebbe stata ugualmente, ma così - ed a quasi 38 anni - lo è ancora di più. Mi fa piacere. Ringrazio tutti i compagni, che per l’intera stagione mi hanno messo nelle condizioni di poter segnare tanto. E domenica, dopo la partita col Bellaria, ho ringraziato personalmente mister Gadda: mi ha schierato nonostante non mi allenassi con la squadra da tre settimane. Ma volevo esserci a tutti i costi, l’appuntamento era troppo importante, c’era un po’ di tensione e ci tenevo ad essere uno degli artefici di questa impresa: non volevo viverla passivamente».
Non era al meglio, si vedeva, ma ha lasciato il segno...
«Non potevo scattare, non potevo saltare, ero controllato, non volevo strapparmi di nuovo. Diciamo pure che ero al 30% della condizione. Però so gestirmi, sapevo che con una gara offensiva mi sarebbe bastato poco per poter sfruttare le mie caratteristiche. E’ andata bene».
Immobile ha segnato un solo gol più di lei, Toni uno in meno...
«Ma loro li fanno in serie A... Toni ha solo un anno meno di me, va detto che il Verona gioca molto bene ed ha quell’Iturbe che crea lo scompiglio e crea i presupposti per tanti gol. Chi porterei al Mondiale? Immobile di sicuro, è in un momento di grazia. Poi anche l’esperienza di Toni potrebbe far comodo. Deciderà chi di dovere, ovviamente».
E l’esperienza di Varricchio quanto farà comodo alla Spal? Il contratto per la prossima stagione lo ha già, no?
«Invece ancora non ce l’ho. Due mesi fa abbiamo parlato e trovato un accordo, ma non abbiamo firmato. Adesso è giusto che la società faccia le sue valutazioni e poi decida».
Con i 20 di quest’anno a quanti gol è in carriera?
«Tra i professionisti 160, più 37 nei dilettanti».
E non vuole arrivare almeno a 200 con la Spal?
«Ieri (domenica; ndr) un tifoso mi diceva: “devi restare qui...”. Un altro anno lo farei. Ma o lo faccio alla Spal, oppure smetto. Non avrei la pretesa di giocare sempre, sono... abbastanza intelligente per capirlo. Ma con la mia esperienza credo che nel gruppo potrei comunque dare una mano. Poi, in area, qualcosa la tiro fuori sempre...».
Ci si può giurare.
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