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La notte insonne di coach Furlani Un anno di emozioni

La notte insonne di coach Furlani Un anno di emozioni

Dopo l’eliminazione di sabato molti pensieri in circolo «Squadra dal cuore grande, applausi a società e tifosi»

26 maggio 2014
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FERRARA. Di più, la Mobyt non poteva fare. Alla fine in finale va la squadra più forte, più in forma, ma che ha dimostrato di non saper vincere. Lo sport è agonismo e determinazione. Si impone il più forte o il più bravo. Ma contano anche fair play e rispetto per l’avversario. Mantova – anzi, Losi – non ne ha avuto per niente, rovinando il finale di gara 4 con una sceneggiata indecorosa. La Mobyt, invece, ha dimostrato di saper perdere con eleganza. Segno che questa squadra ha un elevato tasso di moralità. E a dirlo è lo stesso Adriano Furlani il quale, all’indomani dall’uscita dai playoff, ha ragionato a mente fredda su quel che è successo. Non ha resistito il coach ferrarese: durante la notte ha riguardato “gara quattro”.

«Dopo la finale di Champions League, il rugby e la Nba ho rivisto la nostra partita: i ragazzi hanno davvero dato tutto quello che avevano. E mi sono reso conto che la nostra “gara tre” era stata al limite della perfezione, così come lo era stato il quarto periodo di “gara cinque” con Ravenna. Non potevamo fermare Mantova che, nel frattempo, è cresciuta. Forse potevamo concedergli meno canestri facili, potevamo giocarcela più a lungo. Ma vista con oggettività era difficile fare di più».

«Significa che questa squadra – ha continuato Furlani –, che durante la stagione ha dovuto affrontare mille difficoltà, ha grande cuore e una mentalità vincente. Perché, viste le condizioni in cui siamo arrivati ai playoff, ci potevano spazzare via. Mantova ha più fisicità, sicurezza, razionalità e più esperienza. Quest’ultimo è in fattore importante nel finale di stagione. Del lotto delle semifinaliste siamo l’unica squadra che ha ricevuto i premi per l’impiego di giovani. Sommando tutto, mi viene solo voglia di elogiare i mie ragazzi: come ha fatto a fine partita il pubblico». Furlani, poi, racconta le sue emozioni. «E’ stato emotivamente coinvolgente come mai mi era accaduto in carriera sentire il calore della gente a fine gara. C’era molto più pathos rispetto alla promozione dalla Dnb. Riempire il palasport per due sere consecutive è un merito della società e deve essere un punto di partenza per un’ulteriore crescita di una Ferrara cestistica che si è riscoperta unita. Arrivare ai playoff è stato un ottimo risultato visto l’elevato numero di infortuni, che va al di là di ogni statistica».

«Ora bisognerà verificare le regole della nuova stagione per fissare gli obiettivi. E forse vincere quest’anno o piazzarsi bene l’anno prossimo sarà la stessa cosa, vista la riforma dei campionati. In ogni caso la stagione è stata gratificante. Dico grazie alla società, al pubblico e a tutto il mio staff, con una parola particolare per chi, come il preparatore Bonati, ha lavorato nell’ombra».

«Volevamo una salvezza tranquilla e ci siamo trovati a lottare al primo posto. Poi gli infortuni e i rinforzi, gli sforzi della società premiati dai risultati e dal pubblico. Siamo partiti da uno zoccolo duro di giocatori sul quale abbiamo fatti innesti. Gli americani sono cresciuti assieme alla squadra, gli italiani bravi a tenere unito il gruppo. Ho il rammarico di non aver potuto sfruttare la capacità di Flamini o l’imprevidibilità di Infanti».

Mauro Cavina