«La crisi colpisce, calcio da rivedere»
Il presidente del Crer, Paolo Braiati, parla a 360º: tante società in meno. I nostri vivai arrancano, spero nell’aiuto della Spal
FERRARA. La coda degli spareggi e ieri la finale del memorial “Mario Tavolini” a Masi Torello hanno chiuso la stagione del calcio dilettantistico regionale, e ferrarese. Motivo per fare una lunga chiacchierata con Paolo Braiati, primo presidente estense della storia del Comitato regionale che gestisce l’intera attività. Tanti i temi emersi, non solo il bilancio, ma anche uno sguardo rivolto alla prossima stagione agonistica, con nuovi progetti per contrastare la crisi economica ed aumentare la competitività dei campionati, sempre con un occhio rivolto anche al panorama calcistico ferrarese.
«La stagione direi che è terminata bene - racconta Braiati -, qualche inevitabile protesta c’è sempre alla fine, ma direi che i campionati regionali sono stati interessanti fino all’ultimo ed abbiamo rispettato i calendari, anche grazie ad una buona annata dal punto di vista climatico, ma in tal senso qualcosa dovremo pensare. Poi, capisco che a Ferrara sono attività meno seguite, ma ciliegina della stagione per il Comitato regionale è stata la vittoria del Torneo delle Regioni da parte della selezione femminile, nonché i buoni risultati ottenuti dalla selezione di calcio a 5 e l’ottimo svolgimento del Torneo delle Province nel Basso Ferrarese, anche se il rammarico rimane per la poca visibilità. L’ho già detto, mi ripeto, ma questa manifestazione è una delle migliori d’Italia: mettiamo in luce i nostri giovani, il futuro del calcio ed a Ferrara abbiamo fatto un figurone sul piano dell’ospitalità. Torneremo da quelle parti per la festa finale ed a settembre ci sarà anche il raduno degli arbitri, sono eventi che a costo zero servono a promuovere il territorio, anche se vengono snobbati a vari livelli e mi fermo qui per evitar epolemiche».
Come funziona la macchina Crer ai tempi della crisi?
«Stiamo già preparando la nuova stagione, ma ho tante preoccupazioni per il futuro. I segnali non sono incoraggianti sentendo le chiacchiere in giro e leggendo i giornali. Il fenomeno delle società che si ritirano significa meno soldi alle nostre casse e anche se quest’anno manterremo l’impegno di non aumentare i costi d’iscrizione; è chiaro che se il trend sarà questo il prossimo anno dovremo intervenire. Mi si permetta una battuta: noi è da tempo che applichiamo la spending review».
Ha parlato prima della questione recuperi, dovremo sempre affidarci alla buona sorte?
«Abbiamo visto che in Eccellenza e Promozione non ci sono problemi: le società sono pronte a giocare più turni infrasettimanali. Ma in Prima e Seconda categoria ci sono troppe difficoltà ed i dirigenti hanno spesso la brutta abitudine di accordarsi fra loro per non giocare. Lo so che nelle riunioni di luglio parlare di maltempo pare un’eresia, ma è lì che si fissano le regole per l’intera stagione. Di sicuro in Prima categoria nel caso ci siano delle intere giornate sospese non faremo subito i recuperi, bensì aspetteremo la bella stagione per stoppare il campionato e disputare le giornate rimaste indietro, in fondo la Prima finisce in largo anticipo rispetto alle categorie superiori. In Seconda lasceremo la scelta alle delegazioni provinciali, ma spero che si comportino allo stesso modo».
Campionati giovanili regionali: la novità della stagione divisa in due parti sarebbe stata analizzata al termine del secondo anno di sperimentazione, ovvero questo…
«Nei mesi scorsi abbiamo effettuato riunioni in ogni provincia e il livello di gradimento delle società ha ottenuto percentuali bulgare, quindi continueremo. Abbiamo già chiesto al Settore giovanile e scolastico nazionale di farlo passare come un format nostro ed altre regioni ci stanno copiando. Era giunta voce che a Roma tale formula non fosse gradita, ma a nostra richiesta di spiegazione non ci è stata fornita risposta e noi nel comunicato di mercoledì daremo i criteri per il 2014/2015».
Parliamo della situazione giovanile a Ferrara: proprio il Torneo delle Province ha confermato che le cose vanno male…
«I nostri vivai arrancano, anche se vedo alcune belle realtà come Vigaranese X Martiri, Magnavacca, Unione Delta, Codigorese ed ancora l’Acli che ha sempre molti tesserati. Inoltre, il fatto di non avere più due club professionisti dovrebbe aiutarci. Anzi, a tal proposito mi auguro che la nuova Spal ci aiuti in questo, i risultati della squadra principale della provincia sono un volano per il calcio. Ricordo cosa successe ai tempi dell’ultima promozione in serie B: al Porta Mare (società dove ha mosso i primi passi nel calcio Braiati, ndr) non sapevamo dove mettere i nuovi iscritti. Ora sento dirigenti che hanno accordi per i propri giovani con Verona, Cesena, Chiedo, Udinese… La Spal deve occupare tutto il territorio ed è logico che per farlo vi deve investire. Serve del tempo, ma quando si investiva nel vivaio i risultati si vedevano, penso solo alle leve ’80-’81 con i vari Ferrari, Marchini, Manfredini, Braiati (il figlio Edoardo, ndr) e Conti. Anche se non lo sento da mesi, Mattioli che è un bravo presidente oltre che un amico, spero recepisca questo messaggio».
Girano voci sul fatto che il presidente della Figc ferrarese, Aretusi, possa seguirla a Bologna, è vero?
«Giovanni è bravo e non se ne va da Ferrara, serve di più lì. Ogni tanto è venuto ad aiutarmi a Bologna, ma basta. La carica di consigliere regionale richiede meno impegno, meglio che Giovanni stia dove c’è da lavorare visto che lo fa bene».
Ultima battuta sul figlio Edoardo: chiusa l’avventura in biancazzurro è ora conteso da vari club dilettantistici, ma in futuro cosa crede farà?
«Intanto aspetta il prossimo corso allenatore Uefa B (a tal proposito, già all’inizio della prossima stagione ce ne sarà uno a Ferrara organizzato dalla Figc, ndr), anche se credo che inizierà ad allenare nel settore giovanile, gli piacciono i bambini. Magari potrebbe fare il dirigente, qualche chiacchiera alla Spal c’è stata, ma ha ancora voglia di giocare».
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