Mercedes, è guerra fredda
Hamilton contro Rosberg: d’ora in poi ci si può attendere di tutto tra di loro
Ci sono volute sei gare, ma alla fine anche i piloti Mercedes, Nico Rosberg e Lewis Hamilton, hanno raggiunto il punto di ebollizione.
Il termometro della sfida, forse presagendo l’enorme vantaggio della W05 Hybrid sulla concorrenza, l’aveva mostrato Hamilton qualche tempo prima dell’inizio del Mondiale affermando che, nel 2014, per battere Rosberg avrebbe dovuto guidare meglio che mai. Come dire «ci sfideremo con rispetto in pista, e alla fine il più forte vincerà il titolo». Andando a rivedere le sei gare finora disputate bisogna convenire che Lewis e Nico hanno dato vita a duelli serrati, ma corretti. Poi il Circus fa tappa a Monte Carlo e, senza nemmeno attendere il semaforo verde, la rivalità esplode in tutte le sue sfaccettature.
Inizia Lewis, reduce da quattro vittorie consecutive, con una dichiarazione sibillina che, col senno di poi, avrebbe potuto evitare: «Io vinco di più perché ho la fame di vittorie di chi era povero e non aveva niente: in adolescenza dormivo sul divano perché la casa dove abitavamo era piccola; Nico invece è cresciuto nel jet set a Monte Carlo, fra aerei privati, motoscafi e lusso…». Rosberg non ribatte e sposta la contesa in pista: durante le qualifiche fa il miglior tempo e, così racconta, nel tentativo di migliorare va lungo in curva provocando le bandiere gialle che di fatto impediscono a Hamilton di completare l’assalto alla pole. Che abbia sbagliato di proposito o no, Nico è stato bravo: i commissari ritengono il suo errore non doloso e lo lasciano in pole con Hamilton secondo. Niki Lauda, con l’abituale schiettezza, sintetizza: «Per vincere in Formula 1 bisogna essere dei bastardi. Se non lo sei non vinci. I campioni sono una razza che dà il 110% per vincere, e quando non ci riesce con i metodi tradizionali ne usa altri». Ecco il motivo dell’arrabbiatura di Lewis: per lui Nico ha sbagliato di proposito. Passi essere battuto ad armi pari in pista, inammissibile essere “fregato” da chi parcheggia l’auto a bordo pista. Sabato pomeriggio Hamilton dichiara: «Reagirò come Ayrton Senna per dirimere la questione». Torna alla mente la guerra totale tra l’asso brasiliano e Alain Prost scoppiata nel 1989 e proseguita sino al ritiro del francese a fine 1993. Avesse citato la stagione 2007 e la sua guerra con Fernando Alonso, terminata con la perdita di un mondiale secondo molti già vinto, in Mercedes avrebbero avuto maggiore imbarazzo nel rispondere. Invece Toto Wolff, capo di Mercedes Motorsport, ha spiegato di vedere il richiamo a Senna e Prost come un complimento all’operato dei suoi piloti: «La filosofia racing della Mercedes è quella di permettere ai nostri piloti di competere fra loro: lasciamo i ragazzi giocare con i loro “giocattoli”, a meno che non li rompano. I piloti sanno che non tollereremo un incidente fra loro».
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