Sampdoria venduta al re dei film Ferrero
GENOVA. Risolto il patto d'onore che legò suo padre Duccio a Paolo Mantovani, Edoardo Garrone si è sciolto definitivamente dall'abbraccio blucerchiato e ha ceduto la Sampdoria consapevole di averla,...
GENOVA. Risolto il patto d'onore che legò suo padre Duccio a Paolo Mantovani, Edoardo Garrone si è sciolto definitivamente dall'abbraccio blucerchiato e ha ceduto la Sampdoria consapevole di averla, se non amata, comunque salvata per ben due volte. E per cedere quello che lui stesso ha definito «un patrimonio sportivo» economicamente solido, ha aspettato la persona giusta. Che per Garrone è Massimo Ferrero, produttore cinematografico romano, esuberante e mefistofelico, lontano mille miglia dall'aplomb algido di Garrone, entusiasta. In una conferenza stampa last minute che mescola sorpresa, commozione, battute e glissement, si rimescola in mezz'ora la storia del blasone blucerchiato. Dodici anni è durata la presidenza dei Garrone. «Ho l'orgoglio di poter dire di averla salvata due volte. Una volta l'11 gennaio 2002 con mio padre. Una volta io 4 anni fa dopo la voragine finanziaria e amministrativa dovuta all'uscita di alcuni collaboratori. Sono stati anni di fatica, sacrifici, tensioni, amarezze e qualche soddisfazione». Era un patto d'onore. Lui, Edoardo, aveva «preso un impegno con mio padre e la mia famiglia» e l'ha rispettato. Ora è arrivato Ferrero: «Oggi - dice Garrone - c'è un nuovo proprietario e presidente. Oggi consegno questa macchina perfetta e competitiva al nuovo proprietario». Massimo “Viperetta” Ferrero, 62 anni, produttore cinematografico tra l'altro dell'opera omnia di Tinto Brass, è quanto di più diverso l'ambiente genovese - riservato e borbottante - potesse aspettarsi. Non porta cravatta, ha lunghi capelli bianchi, muove le mani continuamente, è esuberante, parla a ruota libera. Si dice «fan di Mihajlovic, il più grande allenatore», non esclude che dopo il Mondiale Antonio Cassano rientri sotto la Lanterna e afferma che gli piace «solo vincere. Voglio calcio-spettacolo, farò di tutto per vincere il più possibile». E s'infila la maglia col numero 10 con su scritto “Ferrero” che gli ha regalato Garrone.