Fratti sogna il mondiale di poker
Il ferrarese dal 24 giugno parteciperà alle qualificazioni per diventare il re delle World Series di Texas Hold’em
FERRARA. “Oooool in!”. Non si scrive proprio così, anzi la dicitura esatta è “All In” che vuole dire “in tutto” ed è il termine con il quale i giocatori di poker chiudono, o provano a farlo, le partite quando mettono tutto il proprio bottino sul tavolo per far scoprire le carte all’avversario. E’ urlato dai commentatori televisivi con la stessa enfasi con la quale i colleghi telecronisti del calcio urlano “gol” quando la palla finisce in rete. È il poker sportivo, disciplina che coinvolge un gran numero di praticanti e appassionati. E’ legale, si gioca solo quello che si investe in termini di denaro e ha i suoi campioni nazionali, continentali e mondiali.
Il titolo di più forte giocatore del globo si assegnerà a Las Vegas con le qualificazioni a partire dal 24 giugno sino ai primi di luglio e ci sarà anche un ferrarese in lizza per il trofeo. Si tratta di Alessio Fratti, che attualmente è tra i migliori in Italia. «Partecipo da quattro anni ai campionati del mondo - dice Fratti -, la mia speranza è arrivare al main event delle World Series of Poker; per farlo dovrò vincere uno dei braccialetti a disposizione nei tanti tornei che lo precedono. Ce ne sono in palio soltanto 60, ma con uno di questi al polso sei già tra i migliori al mondo e puoi essere definito campione. Io non ce l’ho ancora fatta e la mia miglior prestazione risale al primo anno quando arrivai 18º su 1700 persone. Solo due italiani sono riusciti a prendersi un braccialetto: Max Pescatori e Rocco Palumbo. Sarebbe bello diventare il terzo, ma è molto, molto complicato». Il gioco è il più che reclamizzato Texas Hold’em, specialità “no limit”: poker con due carte in mano e cinque sul tavolo che vengono scoperte una puntata alla volta; si paga una quota d’iscrizione, ti danno le tue chips e finite quelle sei fuori.
«Ho iniziato nel 2008 - ricorda Fratti -, giocavo online sul sito della Lottomatica. All’epoca ero iscritto a Scienze Motorie e lavoravo in un ufficio per le buste paghe, sinceramente non guadagnavo grosse cifre. Vedevo che, pian piano, la mia passione per il poker sportivo stava dando i suoi frutti, avevo iniziato a guadagnare cifre importanti. Lasciai lo studio e il lavoro per seguire la mia passione». L’errore sarebbe pensare che tutti possono diventare professionisti dall’oggi al domani. La strada è sempre la stessa da perseguire, impegno e sacrificio quotidiani. «Devi giocare tanto, sei ore al giorno come minimo. Poi studiare, approfondire le statistiche e confrontarti con gli altri professionisti. Più giochi e più diventi bravo, ma devi sopportare lo stress e digerire le immancabili sconfitte. E’ solo una leggenda che si può perdere tutto: non è gioco d’azzardo questo, io investo delle cifre e nel lungo periodo mi ritornano con gli interessi. Per Las Vegas, viaggio, vitto e alloggio mi costeranno circa 2500 euro per 18 giorni. Ma ho un bankroll (una specie di conto corrente dei giocatori professionisti, ndr.) che me lo permette. L’esperienza a Las Vegas sarà esaltante: spero di andare più avanti possibile nei tornei».
Corrado Magnoni