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Germinale nuovo Mezzini Per lui garantisce Zamuner

Germinale nuovo Mezzini Per lui garantisce Zamuner

Ieri la presentazione, il grande ex è il procuratore: «Uno al servizio dei compagni» La punta: «Sono generoso. Mister Brevi? Carismatico, onesto. E dà un’impronta»

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FERRARA. Germinalinho non gli si addice. Niente diminutivi, anche se è in partenza per le vacanze in Brasile: Curitiba, Rio, qualche partita dei Mondiali. Ma Domenico Germinale è uno tosto: stazza fisica e carattere battagliero. «Un generoso», come si è definito lui stesso.

Classe 1987, trevigiano, cresciuto nell’Inter, attaccante, svincolato dal Catanzaro, il neo-acquisto spallino è stato presentato nella tarda mattinata di ieri al Centro di via Copparo. Per lui, contratto di due anni con opzione sul terzo. Il presidente Walter Mattioli gli ha dato il benvenuto a modo suo: «Siamo già diventati amici. Gli ho spiegato lo spirito della Spal: avlen sol vinzar». Non è servito tradurre. Anche perchè Germinale è apparso tipo sveglio, chiaro, diretto. Con un mentore mica da poco, alle latitudini spalline: Giorgione Zamuner. Molto più di un procuratore, per Germinale: «Mi segue da dodici anni, come agente ho avuto solo lui. C’è un rapporto di stima ed amicizia. Mi ha parlato benissimo della Spal e di Ferrara, lui ama entrambe, si è fermato a vivere qui. Lo chiamavano l’Imperatore? Non lo sapevo, fa... il finto umile. Mi ha solo detto di guardare quella foto (un’esultanza collettiva con Labardi, Bottazzi e Mezzini dopo un gol nel 91/92; ndr)».

Germinale è stato indicato da mister Brevi: «Mi ha voluto lui? Sì, ma se la Spal mi ha fatto due anni più uno di contratto, non credo sia stato solo per via del parere dell’allenatore. Tra l’altro, già a gennaio avevo captato qualcosa in relazione alla Spal. Sono orgoglioso di essere qui, in una piazza che ha scritto tante belle pagine. La società è solida, ambiziosa, appena mi hanno chiamato sono subito venuto a firmare. Quanto a Brevi, l’ho avuto anche a Como: carismatico e onesto, dice e fa ciò che pensa. Una persona pulita. Molto attento alla parte tattica, alla fase difensiva. La sua mano si vede, da un’idea ed un’impronta di gioco. Si adatta a uomini e situazioni. Io giocherò solo se lo meriterò: a Catanzaro mi ha tenuto fuori nelle prime due giornate, ed a gennaio non mi ha schierato dall’inizio contro Frosinone, Lecce e Pisa».

Caratteristiche? «Mi piace lavorare per i compagni (Zamuner lo dipinge come «un Mezzini»; ndr), e non mi tiro indietro. Le 5 giornate di squalifica di quest’anno? Una ginocchiata a uno del Pisa, ma dagli errori s’impara. Gioco sia dietro il centravanti che come “9”. Destro di piede, bravo di testa, media di 5 gol all’anno, da migliorare: a Foggia ne feci 10 in 14 gare, pensavo solo alla fase realizzativa. Da attaccante vorrei segnarne 20, ma se non viene il gol personale non soffro, basta che ci siano i risultati».

Paolo Negri

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