La Ferrari prova a rialzare il tiro
Dopo il fallimento canadese Mattiacci ha radunato tecnici e piloti per un immediato salto di qualità
L’obiettivo è quello di tornare a volare, la realtà però dice che questa Ferrari è una delusione continua. Marco Mattiacci ha iniziato la sua avventura a Maranello con il piede giusto, ma l’ottimismo ha lasciato subito spazio ai problemi. Un gap incredibile con i team di vertice, una situazione che continua a volgere verso un risultato sportivo negativo. Si ritorna con tutti questi dubbi nel vecchio continente, in Austria per la precisione. L’ultima volta che il Circus fece tappa a Spielberg fu nel 2003 con vittoria di Michael Schumacher, uscito in settimana dal coma.
La sottile linea rossa. Dopo il passo falso canadese con il desolante sesto posto di Fernando Alonso e il deprimente decimo piazzamento di Kimi Raikkonen, Mattiacci ha radunato le forze in fabbrica. Un discorso farcito di fiducia nel futuro e voglia di riscatto. Parole sposate in pieno dal presidente Luca Cordero di Montezemolo. Le chiacchiere però non portano ai risultati. Serve superare quella linea che divide in modo netto le potenzialità della Rossa da Mercedes e Red Bull. Lo sviluppo della vettura, con le novità portate a Montreal, si sono rivelate un buco nell’acqua. La pazienza della tifoseria è ormai arrivata al limite.
Chi si rivede. La delusione di una Ferrari che proprio non riesce a spiccare il volo fa da contraltare alla rinascita della Red Bull. Adrian Newey ha tirato fuori l’ennesimo coniglio dal cilindro. Ha saputo correggere gli errori fatti in fase di sviluppo e ha rimesso in riga la monoposto. Non solo. La casa austriaca ha lavorato magnificamente all’interno del box. I mal di pancia di Sebastian Vettel sono stati tenuti a bada con intelligenza, l’esuberanza di Daniel Ricciardo è stata curata in modo da farlo crescere senza pressioni. L’operazione psicologica della Red Bull ha portato in dote punti pesanti. Ricciardo ha vinto il suo primo Gp in Canada, dimostrando concentrazione e determinazione. Vettel è uscito dall’anonimato e ha ritrovato il podio. Qualcosa è cambiato in seno al team gestito da Chris Horner.
La frenata Mercedes. Il primo Gp davvero entusiasmante della stagione ha anche portato alla luce qualche pecca tra i dominatori della stagione. La Mercedes ha perso qualche colpo. Il problema strutturale accusato da Lewis Hamilton ha fermato la corsa verso il primato in classifica dell’inglese. Nico Rosberg ha capito che non era giornata, ha gestito la corsa e ha strappato un secondo posto che ai fini della classifica è pesante come un macigno. È lui il candidato numero uno al titolo iridato, ma c’è da aspettarsi un cambio di passo da parte di Hamilton. Un Hamilton che ha anche trovato il tempo per passare dal Maranello, ufficialmente per acquistare una vettura da strada. Chiaramente però la sua presenza ha aperto a mille ipotesi su un suo futuro in Emilia.
Il precedente. Anche nel 2009 ci fu un cambio generazionale che portò al dominio di una singola vettura. Era la Brawn Gp. Il più forte in quella squadra era sicuramente Rubens Barrichello, ma a vincere alla fine fu la costanza di Jenson Button. Un parallelo che si sposa perfettamente con la situazione Mercedes dove il talento di Hamilton rischia di essere superato dalla tenacia di Rosberg. In fondo, non sarebbe una novità.
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