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Diritti tv, guerra di diffide tra Sky e Mediaset

Diritti tv, guerra di diffide tra Sky e Mediaset

MILANO. È una guerra di diffide, controdiffide e carte bollate quella che Mediaset e Sky hanno scatenato per aggiudicarsi i diritti tv della serie A dal 2015 al 2018. Una matassa talmente...

24 giugno 2014
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MILANO. È una guerra di diffide, controdiffide e carte bollate quella che Mediaset e Sky hanno scatenato per aggiudicarsi i diritti tv della serie A dal 2015 al 2018. Una matassa talmente ingarbugliata che i presidenti di Serie A hanno deciso di sfruttare tutto il tempo utile per ragionarci e si rincontreranno in via Rosellini domani prima di decidere. Il nodo, in ogni caso, dovrà essere sciolto entro giovedì alle 13. Le offerte maggiori arrivano da Sky, che ha messo sul piatto 422 milioni per il pacchetto B: la trasmissione sul digitale terrestre di 8 squadre tra cui Juve, Inter, Milan e Napoli. Mediaset, invece, ha offerto 350 milioni per il pacchetto A: la diffusione sul satellite delle partite delle stesse 8 squadre a cui ne ha aggiunti altri 306 milioni per il pacchetto D: le 132 partite delle altre 12 squadre di A, tra cui la Roma. In tutto la Lega, se accettasse le offerte sia di Sky che di Mediaset, potrebbe passare dagli 829 milioni attuali a 1078 a stagione. Domani gli avvocati delle squadre di A si riuniranno proprio per verificare se, dal punto di vista giuridico, questa strada sia percorribile. I due gruppi televisivi, però, hanno minacciato una serie di cause incrociate e hanno fatto arrivare in via Rosellini una diffida e una controdiffida. Da una parte Sky invoca la libera concorrenza e fa presente che vuole «salvaguardare» gli investimenti fatti in 10 anni di collaborazione con la Lega Calcio. Mediaset replica e si dice contraria all’ipotesi di «assegnare a un unico operatore pay le 248 partite delle otto squadre di Serie A che da sole rappresentano oltre l’86% dei telespettatori tifosi italiani».