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Laion, il portiere goleador del Kaos

Laion, il portiere goleador del Kaos

L’estroverso numero uno degli estensi in redazione: dallo stato di Paranà a Ferrara giocando sempre al limite

25 settembre 2014
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FERRARA. A Foz do Iguacu (nello stato di Paranà in Brasile) guardava il cugino parare e vincere. Esultare e divertirsi. E lui, Laion Sacoman de Freitas, decise di emularlo. Niente calcio a undici («non mi piaceva troppo»), tutta l’energia riservata al calcio a 5: al futsal. Non ha sbagliato: «Non so come sarebbe stato il mio futuro nel calcio - racconta - ma sono contento così». Il portiere è arrivato in Italia nel 2007, Bisceglie. Portato da mister Capurso che l’aveva notato a Umuarama. E quando il tecnico ha accettato l’offerta di Ferrara, ha condotto con sé bomber Kakà e il portiere goleador Laion. L’estremo difensore ha 25 anni, da sette è in Italia, e nel Kaos è uno dei veterani. È venuto in redazione a raccontare la stagione che verrà: domenica il calcio d’inizio. Un anno importante, che i neri vogliono vivere ad alta quota.

Laion è uno dei simboli del Kaos Futsal e sicuramente il giocatore più amato dai bambini, che in lui vedono un modello sportivo da imitare. Tiri da fuori, lanci lunghi, destro potente e pure qualche gol. «Credo che oggi il calcio a 5 sia uno sport totale, non puoi giocare se non hai tutti i fondamentali. Un numero 1 completo deve saper parare e smistare la palla coi piedi per aiutare i compagni, anche a costo di rischiare qualcosa. Sono del parere che serva quel pizzico di pazzia per riuscire a raggiungere i propri obiettivi». Capurso i primi tempi lo chiamava “cabezao”: genio e sregolatezza, unite a testardaggine. «Ora sono migliorato» strizza l’occhio Laion. Ma non capita poi così raramente di vederlo nella metà campo offensiva, con alle sue spalle la porta sguarnita. Tutto concordato con mister Leopoldo Capurso: «Prima della partita parliamo, valutiamo quali possano essere le situazioni in cui sia il caso di attaccare anche con il mio supporto. Bisogna essere sicuri dei propri mezzi, altrimenti con la paura si rischia di fare una brutta figura. Ormai questa è una tattica che usiamo da tempo, dà i suoi frutti e fa anche divertire chi viene a vedere le nostre partite. Ah, la presentazione in piazza Duomo è stata una bellissima esperienza: piacevole palleggiare in pieno centro davanti agli sguardi curiosi dei passanti».

Domenica inizia il campionato e per il Kaos sarà subito diretta Rai Sport a Ferrara contro il Pescara alle 20.25 . Test durissimo, ma Laion si fa portavoce dello spogliatoio e lancia la sfida: «Siamo pronti, abbiamo lavorato bene e molto intensamente. Sarà una partita difficilissima contro una squadra solida che in estate ha cambiato tanto. Se aggiungiamo il fatto che si tratta del debutto, le emozioni saranno amplificate: però il morale in casa nostra è molto alto e vogliamo regalare ai nostri tifosi le prime soddisfazioni». Gli occhi saranno puntati non solo sui grandi “vecchi” come Laion, Vinicius e Andrè, ma anche sui “nuovi”: le stelle Bertoni, Vampeta e Halimi. «Sapranno dare il loro contributo decisivo - dice Laion -. Hanno vinto tantissimo, ci aiuteranno a fare il salto di qualità». Ma sarà fondamentale per tutto l’arco della stagione il rendimento del portiere, spesso e volentieri l’uomo chiave nei successi di un club. Inutile dire, quindi, che Laion sarà tra gli osservati speciali e il fisiologico aumento di responsabilità non gli pesa: «Voglio fare un ottimo campionato e tentare di rientrare nel giro della Nazionale italiana. Il ct Menichelli guarda tutte le partite e sa quali sono i nostri reali progressi, fa piacere essere tenuti in considerazione».

Dal rendimento di questa stagione, inoltre, dipenderà molto probabilmente la sua permanenza a Ferrara: «Questo è l’ultimo anno di contratto. Ovvio che mi piacerebbe restare, mi trovo veramente bene con tutti e il Kaos è ormai una seconda casa per me». D’ora in poi però il principale pensiero sarà il campionato: «Mi aspetto un torneo molto equilibrato, le società che puntano in alto sono tante. L’importante è sbagliare il meno possibile, le partite non sono tante e un passo falso si rischia di pagarlo a caro prezzo. Noi siamo pronti per giocarcela con tutti, adesso facciamo parlare il parquet: abbiamo tutto in mano».

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