Una spettacolosa Curva Ovest detta il menù alla ferrarese
FERRARA. Poco meno di 3.500 spettatori. Dato più che significativo, quello dell’affluenza ieri al “Paolo Mazza”, se si considera che da Lucca sono arrivati in... 70, e soprattutto se si pensa all’orar...
FERRARA. Poco meno di 3.500 spettatori. Dato più che significativo, quello dell’affluenza ieri al “Paolo Mazza”, se si considera che da Lucca sono arrivati in... 70, e soprattutto se si pensa all’orario - del tutto insolito a queste latitudini, e inadatto al calcio - della partita: le 12.30.
La... fame di Spal e di calcio del popolo biancazzurro è però evidentemente superiore a quella per i piatti della domenica. Che, tra l’altro, sono stati solo posticipati e spazzati via con più gusto dopo aver assistito alla vittoria della squadra di mister Brevi. Anche perchè il menù lo ha dettato in diretta la Curva Ovest. Spettacolosa in assoluto, per affluenza e soprattutto per il sostegno, forte e continuo, assicurato costantemente alla Spal, anche nel corso di un secondo tempo (a 2-0 acquisito) certo applicato, di non particolare sofferenza, ma tutto tranne che trascinante, non fosse che per l’impegno dei biancazzurri.
Folcloristica, ironica, brillante ed arguta, la Ovest dall’inizio ha esibito striscioni in tema. A uno “fisso” («A che punto siamo?»), ad un interrogativo generico («Ma come siete apparecchiati?»), hanno fatto seguito quelli a portata, tutti rigorosamente locali, dallo spriz alla supa inglesa, passando ovviamente per i caplaz e per il mitico coro invocante la salamina col purè.
Il calcio-spezzatino fa schifo (decisamente più... colorita l’invocazione alzata alta dalla Ovest), ma a Ferrara vince la Spal. Indipendentemente dall’orario.