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«Omegna-Ferrara è una sfida fra grandi»

«Omegna-Ferrara è una sfida fra grandi»

Coach Magro non nasconde le ambizioni e conosce i rivali: «Noi il miglior attacco, la Mobyt il miglior americano del campionato»

23 ottobre 2014
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FERRARA. A Siena per una vita, Alessandro Magro ha sposato il progetto Paffoni Omegna l’estate scorsa. Capitan Ferri e compagni sabato sera lo troveranno lì, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, e cercheranno di compiere l’impresa di battere la corazzata Fulgor.

«Come molte squadre, abbiamo l’obiettivo di entrare nell’A2 unica - raccontava ieri pomeriggio coach Magro -, così abbiamo allestito una compagine competitiva, che avesse una progettualità negli individui che venivano scelti, a cominciare da me. Ambizioni e progetti della squadra sono i miei. Nella scelta dei giocatori abbiamo pensato prima alle persone, in ognuno abbiamo cercato grandi motivazioni, in termini di volontà per migliorare: Tavernelli e Conger su tutti, senza dimenticare Masciadri. Tutti fanno del lavoro il proprio credo: cosa più importante nella costruzione della squadra, giovane e talentuosa, aspetti che, messi assieme, possono portare anche a dei problemi».

Al Pala Battisti gara davvero interessante, sabato sera...

«Assolutamente sì. Si affronteranno due compagini che stanno bene. Ho visto molto bene tutte e quattro le gare che Ferrara ha disputato. Senza nulla togliere a Treviglio, che aveva voglia di rivalsa dopo aver perso da noi, credo che quello in terra lombarda per la Mobyt sia stato un incidente di percorso, com’è stato per noi quello a Reggio Calabria. Il livello del campionato è molto equilibrato, anche se continuo a sostenere che Ferrara è una delle compagini meglio costruite e allenate».

Concentrazione massima per limitare Kenny Hasbrouck?

«Hasbrouck è forse il miglior americano del campionato, è privo di punti deboli: è il miglior marcatore, un ottimo passatore, tutto meno che egoista e un non difensore. Ottimo giocatore. Sta facendo fatica con Troy Huff e in Alessandro Amici sta trovando un alter ego di prim’ordine. Compagine ben costruita, che, com’è il mio credo, pensa alla difesa e non solo all’attacco. Sabato sarà per entrambe un bel test. Ferrara cerca conferme esterne».

Ecco, le gare esterne, cruccio biancazzurro. Giocare in casa per voi sarà un piccolo vantaggio?

«Il fattore campo conta, dal canto nostro cercheremo di mantenerlo. Le grandi squadre sono quelle che riescono a rubare dei punti fuori casa. Esempio calcistico, considerato che sono juventino: i campionati li vinci quando espugni Chievo, Cagliari e Sassuolo. L’obiettivo è fare bene contro le compagini meno forti di te o quando riesci a rubare dei punti esterni. Non credo che Ferrara venga da noi senza pressione, penso che cercherà di far vedere che è quadrata. Assieme a Treviso e con noi, che siamo il primo attacco del campionato, Ferrara, terzo attacco dell’A2 Silver, è compagine importante. Mi aspetto una bella sfida».

Molto attacco, partendo però dalla difesa: è così?

«È l’unica cosa che ai miei giocatori ho chiesto ad avvio della stagione: lavorare costantemente e quotidianamente per essere la difesa migliore del campionato. Per adesso ci sta riuscendo una cosa, essere l’attacco numero uno, che sarei ipocrita e stupido se dicessi che non mi interessa. Abbiamo nelle individualità il talento per poter portare cinque giocatori in doppia cifra. È ovvio che se dietro tieni botta, in attacco non ti viene l’ansia di dover far canestro a ogni costo. Dalla difesa, nascono contropiede e canestri facili».

Lorenzo Montanari

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