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Il Circus perde i pezzi e la faccia

di Andrea Gabbi
Il Circus perde i pezzi e la faccia

Sullo sfondo il duello Hamilton-Rosberg mentre i ritiri delle scuderie minori fanno scattare l’allarme

31 ottobre 2014
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Un mondo immerso nella polvere. La Formula 1 sbarca ad Austin, Stati Uniti, con la speranza di racimolare qualche dollaro in un mercato da sempre ostile al Circus. Sullo sfondo, purtroppo, restano i temi sportivi, cosa che invece dovrebbe stare in cima ai pensieri di Bernie Ecclestone e compagnia. C’è una lotta al vertice che entra nel vivo, c’è un mercato piloti in fermento, c’è una gara interessante sotto il profilo tecnico viste le insidie del circuito. Ma tutto questo conta meno rispetto al dio denaro che muove gli interessi di un mondo che probabilmente ha perso il contatto intimo che aveva instaurato con gli appassionati.

Lotta ad armi pari. Lewis Hamilton contro Nico Rosberg, ovvero la classe e la vivacità contro la freddezza. Il Mondiale è arrivato al clou. Certo, c’è poco da esaltarsi per una gara in famiglia Mercedes, con le altre scuderie spettatrici non paganti al gran ballo delle Stelle d’Argento. C’è però una situazione di sostanziale equilibrio tra i due duellanti, separati in classifica da 17 lunghezze: il team ha preso una linea già dai primi Gp, mettendo sia Hamilton sia Rosberg nelle stesse condizioni. Nessun favoritismo, qualche ordine di scuderia ignorato e tanta carne sul fuoco. L’inglese è in forma: arriva da quattro successi consecutivi e sente il profumo del secondo titolo in carriera a un passo. Attenzione però. Il tedesco è uno che non molla mai e soprattutto trova sempre il modo di portare a termine le gare. Una variante di non poco conto visto che nell’appuntamento finale della stagione (il 23 novembre ad Abu Dhabi) i punti varranno doppio.

Mondiale monco. La griglia di partenza di Austin sarà ridimensionata. All’appello non ci saranno due scuderie minori: Caterham e Marussia, appiedate da una situazione di crisi nera dal punto di vista gestionale e prossime ai saluti. Non una bella cartolina da presentare al mercato statunitense. Tornano quindi di moda le idee riguardanti il futuro della Formula 1. La terza vettura per i team non è più un’utopia. Uno dei cavalli di battaglia di Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente di una Ferrari tutta da decifrare.

Rossa da organizzare. La Ferrari è un cantiere aperto e probabilmente lo sarà ancora per molto tempo. Il neopresidente Sergio Marchionne ha chiesto la svolta e lo ha fatto mostrando uno stile determinato, a metà tra l’ambizioso e l’aggressivo. Alle parole però dovranno seguire i fatti. Il nodo da sciogliere riguarda i piloti. A oggi Kimi Raikkonen è in ghiaccio. Potrebbe restare, a patto però che dimostri attaccamento alla scuderia e più partecipazione. Fernando Alonso ormai ha svuotato l’armadietto a Maranello. L’arrivo di Sebastian Vettel è imminente, manca solo l’annuncio ufficiale.

Bianchi nel cuore. Mentre la Formula 1 vola negli Stati Uniti, Jules Bianchi continua a lottare per la vita dopo il drammatico schianto di Suzuka. Le ultime notizie parlano di una situazione in stallo, con la possibilità di un imminente trasferimento dal Giappone in Svizzera (a Losanna). La speranza di tutti è di rivederlo sorridere. Sarebbe come vincere un Mondiale all’ultima curva. Anzi, di più.

@gabbiandrea

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