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Malagò: «Il calcio lavori meglio e potrà avere più contributi»

ROMA. Dopo il taglio di 22,5 milioni di euro ai contributi, i “falchi” della Figc (come li ha definiti lo stesso presidente Tavecchio) sono sul piede di guerra, ma il n.1 del Coni, Giovanni Malagò,...

31 ottobre 2014
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ROMA. Dopo il taglio di 22,5 milioni di euro ai contributi, i “falchi” della Figc (come li ha definiti lo stesso presidente Tavecchio) sono sul piede di guerra, ma il n.1 del Coni, Giovanni Malagò, li mette in guardia: «Se lavora e si comporta su certi presupposti il calcio può recuperare forse tutto o forse più di quello che ha perso ma se continua a fare certi tipi di scelte, cosa del tutto legittima trattandosi di una federazione privata che fa le sue politiche, forse questa cifra scende ancora». Un avvertimento chiaro, lanciato nel corso della sua audizione dinanzi alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati: se l'algoritmo realizzato per i nuovi parametri di assegnazione, fosse infatti stato applicato senza il «paracadute» voluto da Malagò, la Figc avrebbe incassato l’80% in meno dei 62,5 milioni presi nel 2014. Malagò torna a chiedere una legge quadro per il mondo dello sport. Poi, riprendendo l'argomento contributi, dopo aver annunciato «importanti novità» nella lotta al doping, la richiesta di combattere la sedentarietà tra i giovanissimi e la richiesta: «Datemi i fondi che lo Stato investe sul sistema sportivo nella scuola e io potrei gestirlo per intero».